Costanza, medico in pensione operativa a titolo volontario nel triage di Portovecchio

A 67 anni Costanza Fabiani, medico, si occupa delle inoculazioni nell’hub triestino alla Centrale idrodinamica. La prima dose scatta alle 7.30  
Costanza Fabiani ha risposto all’appello per volontari lanciato da Asugi
Costanza Fabiani ha risposto all’appello per volontari lanciato da Asugi

TRIESTE Costanza Fabiani è un medico in pensione e, a titolo volontario, si occupa delle vaccinazioni e del triage per l’Asugi nel centro allestito a Trieste in Porto vecchio. «Iniziamo alle 7.30. La coordinatrice ci informa sulla mansione che ci spetta - racconta -, contando che i medici ultimamente sono gli unici deputati a operare nel triage. Questo settore è diventato complesso da quando dobbiamo esaminare anche le persone fragili e la valutazione non è facile. Il medico deve analizzare la situazione del paziente, chiedendo la documentazione. Dopo di che viene proposto il vaccino, che può essere accettato o meno. C’è un sacco di lavoro burocratico, che si conclude con firma, contro-firma e autorizzazione. Può essere che intervenga anche un secondo medico dopo il triage, che indaga ulteriormente se ci sono problemi o dubbi. Successivamente c’è la vaccinazione e la fase di attesa per la sorveglianza. Il sistema funziona molto bene, ieri non c’erano nemmeno code».

Fabiani, 67 anni, si era attivata a dicembre scorso per rendersi nuovamente utile al sistema sanitario attraverso il bando nazionale e in virtù di questo si era vaccinata. «Ma quando mi ha chiamato l’agenzia interinale, mi era stata richiesta una quantità di certificati lunghissima, di cui io non ero del tutto in possesso da tempo – spiega -. Inoltre richiedevano un impegno di otto ore al giorno per nove mesi: sinceramente ho una certa età e sono in pensione da sei anni, non me la sentivo di tornare a lavorare a tempo pieno. A gennaio poi è stato lanciato l’appello di Asugi per i volontari, che richiedeva una documentazione meno corposa. Avendo una copertura assicurativa e la proposta di lavoro più leggera rispetto all’altra, ho aderito. L’orario minimo è di sei ore a settimana, con un contratto fino a giugno, adesso vado almeno due volte alla settimana: c’è bisogno di personale, quando non ce ne sarà più, lavorerò di meno».

E poi un appello, che si sente di lanciare alla popolazione: «Raccomando alle persone che portano certificati medici o lettere di dimissione di portarne in copia, perché altrimenti dobbiamo noi fare le fotocopie e questo rallenta molto l’iter». —

 

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