Costa: «Dalla Regione un passo avanti, ma non basta»
L’imprenditore interessato a investire: «Prima la progettazione, poi l’intervento dei privati». Dopo lo stanziamento di un milione di euro
«Un segnale importante, ma non risolutivo». Così Giovanni Battista Costa, responsabile del settore Strategia e sviluppo della Costa edutainment, legge la scelta di Renzo Tondo e Sandra Savino di stanziare un milione di euro per il Parco del mare, riaccendendo così le speranza dei sostenitori dell’iniziativa.
«L’aspetto sicuramente positivo è che la Regione si è mossa - continua il manager della spa interessata investire nel progetto -. Mettendo a disposizione quella cifra, ha dimostrato di condividere l’operazione e di credere nella sua valenza. Il milione di euro consentirà di partire subito con la progettazione, evitando perdite di tempo. Tra un anno poi, quando quella fase sarà conclusa, si dovrà delineare con maggior precisione il quadro economico».
Quadro che però, fa capire chiaramente Costa, oltre a contributi una tantum dovrà necessariamente prevedere impegni finanziari pluriennali. «Il passo compiuto dalla Regione è sicuramente molto positivo, ma non basta. Il pubblico - precisa - è chiamato a fare la sua parte fino in fondo. Nel momento in cui le istituzioni decidono di dotare il territorio di una risorsa potente come il Parco del mare, devono anche trovare soluzioni adeguate per farlo decollare. In caso contrario il rischio, come spesso accade in Italia, è che si parta con la metà dei soldi necessari e i lavori si blocchino poi in corso d’opera. Un modo non corretto di operare».
E il ruolo dei privati sollecitato a gran voce da Tondo e Savino? «La progettazione spetta al pubblico. I privati entrano in gioco in un secondo tempo quando, dopo aver chiarito il quadro degli investimenti, le istituzioni lanciano un project financing e indicono un bando di gara. Noi - conclude Costa - siamo interessati e disponibili a entrare nell’operazione. Ci aspettiamo però che, dopo la prima mossa importante ma non risolutiva, dal pubblico arrivino altri segnali».
A fare pressing sul potenziale investitore privato, tra l’altro, non è solo la Regione. Anche dal capogruppo Pd in Comune, infatti, arriva la richiesta di ottenere fin da subito precise garanzie dai privati. «In passato - spiega Fabio Omero - presentammo un emendamento che puntava a coinvolgere e corresponsabilizzare nell’operazione sin dalla sua fase progettuale e finanziaria il futuro gestore, proprio per ridurre il rischio che la collettività di Trieste, accollandosi in toto la realizzazione dell’investimento, potesse trovarsi a dover sostenere non solo i costi della costruzione dell’acquario, ma anche una parte dei costi di una eventuale gestione in crisi. Chiedevamo quindi di mettere a confronto più gestori potenziali, bandendo una sorta di “valutazione comparativa” per la presentazione di piani di business. La nostra proposta venne bocciata dalla maggioranza, ma ora la scelta della Regione va proprio nella nostra direzione e segna una presa di distanza dalla linea di Dipiazza secondo il quale - conclude Omero - i privati non dovrebbero essere coinvolti nella fase progettuale, perché a tenere in mano il pallino dev’essere il Comune».
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