«Costa, 130mila turisti con la Mediterranea»

Attesi nel 2015 alla Marittima. Venezia terminal passeggeri: in Laguna 200mila in meno, ora servono sinergie forti per l’Adriatico
La Stazione marittima
La Stazione marittima

«Male per Venezia, bene per Trieste, complimenti a Ttp. Dovremo fare un conteggio più dettagliato, ma da una prima stima a spanne qui perderemo il prossimo anno circa 200mila passeggeri. Attenzione però: se si distrugge la crocieristica a Venezia, vero “brand” forte di cui Trieste è un terminal lontano, si distrugge la crocieristica in Adriatico. Lo abbiamo sempre sostenuto ma a questo punto lo ribadiamo: bisogna trovare delle sinergie forti».

Con queste parole Sandro Trevisanato, presidente di Vtp (Venezia terminal passeggeri) commenta quella che ritiene essere la «fuga» di Costa crociere da Venezia.

Il nodo, come è noto, è quello della limitazione dell’accesso delle grandi navi bianche a Venezia, dal cui scalo nel 2015 dovranno restare fuori gli scafi oltre le 96mila tonnellate, in attesa di una decisione finale che il Governo deve prendere. Proprio nei giorni scorsi Costa e Regione Friuli Venezia Giulia hanno siglato un protocollo d’intesa per lo sviluppo delle crociere a Trieste, che la compagnia vuole anche come nuova porta d’accesso alla Serenissima grazie a un potenziamento dei collegamenti ferroviari e allo studio di collegamenti con aliscafi veloci su cui la Regione, come ha detto la presidente Debora Serracchiani alla sigla del documento, si è impegnata a costituire un tavolo tecnico.

Una crociera a Venezia
Una crociera a Venezia

Se Trevisanato stima che di quei 200mila passeggeri in meno previsti a Venezia «una buona fetta verrà dirottata sullo scalo giuliano», in realtà non ci sono navi in partenza quest’estate da Venezia che l’anno prossimo arriveranno a Trieste. Resta il fatto che nel 2015 Costa farà della Marittima l’home port di Mediterranea: la nave da 2.680 ospiti totali sarà all’ormeggio per 35 volte, ogni settimana dal 10 aprile al 5 dicembre, portando in città - come ha detto l’amministratore delegato di Trieste terminal passeggeri Franco Napp - «un totale di circa 130mila passeggeri».

Mediterranea - come si fa notare da Costa - non fa scalo quest’anno a Venezia; lo fanno invece Fascinosa e Magica, che l’estate prossima verranno riposizionate in partenza da Savona, Civitavecchia o Palermo. «Comunque non in Adriatico», sottolinea Trevisanato annotando che «in ogni caso almeno Costa resta in Italia, mentre altre compagnie vanno ad Atene e temiamo ulteriori spostamenti a Est con perdite notevoli non solo per Venezia». Dove però intanto resteranno le “piccole” Costa Celebration (47.300 tonnellate di stazza per 1.896 ospiti e NeoClassica (53mila tonnellate per 1680 ospiti) accanto alla Deliziosa che porta 2.826 ospiti. Mentre a Trieste Mediterranea, giungendo alle 9 del venerdì e ripartendo alle 19 del giorno successivo, darà modo ai crocieristi di visitare nel frattempo Venezia.

Trieste porta d’accesso a San Marco, appunto, con la fiducia in collegamenti più rapidi. Anche se ovviamente Trevisanato, dal suo punto di vista, esprime «perplessità su Trieste porta per Venezia: il “brand” forte resta appunto il capoluogo veneto, e Trieste come home port ha delle lacune, per non parlare dei collegamenti. Vogliamo proprio sballottare i turisti tra treni e pullman? Meglio pensare agli aliscafi veloci, è un progetto su cui avevamo puntato già qualche anno fa». E che non si era concretizzato, anche se si tratta di una soluzione che - come detto da Serracchiani alla firma del protocollo con Costa - verrà ora rimessa sul tavolo.

La Costa Mediterranea
La Costa Mediterranea

Il presidente di Vtp intanto rilancia, e per arginare la “fuga” di navi bianche da Venezia guarda a Ttp e al contempo auspica una «decisione politica necessaria»: «In tema di crocieristica occorre un piano generale per il Nord Adriatico, c’è un ragionamento da aprire tra Veneto e Friuli Venezia Giulia e il progetto degli aliscafi, da perseguire anche indipendentemente dal fattore crociere, è una buona occasione per riprendere il dialogo tra Regioni da una parte e tra Vtp e Ttp dall’altra. Limitiamo le perdite, e vediamo di programmare un futuro migliore per tutto l’Adriatico».

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