Cosolini torna all’attacco di Dipiazza: «Ricostruire l’Acquamarina? Si può fare in pochi mesi»

Lasorte Trieste 29/01/20 - Piscina Acquamarina, Conferenza Stampa Opposizione
Lasorte Trieste 29/01/20 - Piscina Acquamarina, Conferenza Stampa Opposizione

TRIESTE. «Dov’era e com’era». L’ex sindaco Roberto Cosolini non demorde. E fa suo lo slogan di ogni post-sisma per la piscina terapeutica Acquamarina collassata il 29 luglio scorso. «Ritorno dopo alcuni giorni, avendo anche sentito la preoccupazione e il disagio di molti concittadini, sul tema piscina terapeutica Acquamarina», scrive Cosolini su Facebook: «Il sindaco si ostina a non voler considerare il suo ripristino, rinviando il tutto a un futuro centro in Porto vecchio. Quella del sindaco è un'ostinazione immotivata che causa un danno ogni giorno a centinaia di cittadini, molti dei quali fragili».

Facile smontare punto per punto la scelta dell’attuale amministrazione di abbandonare alla deriva la piscina terapeutica di Campo Marzio. «Tempi e caratteristiche del nuovo centro in Porto vecchio sono tutti da definire», spiega l’ex sindaco: «Né questo è incompatibile con la continuità di Acquamarina». Che fare allora? «Richiedendo alla magistratura di accelerare il dissequestro e predisponendo il progetto, i lavori per riaprire Acquamarina richiederebbero pochi mesi e alcune centinaia di migliaia di euro, facilmente reperibili da Regione e Fondazione CrTrieste», suggerisce Cosolini.

«Dipiazza obietta che si tratta di bene demaniale e quindi in definitiva dell’Autorità portuale? E con ciò? La concessione visti anche i nuovi lavori sarebbe certo lunghissima e certo è impossibile che l’Autorità neghi un giorno la continuazione del servizio», aggiunge l’ex sindaco. Ma non basta. Oltre il danno anche la beffa. Spiega Cosolini: «In questi mesi il Comune sta pagando il canone della concessione? Mi sa tanto di sì! E in ogni caso se non la rimette in funzione, il Comune dovrà sostenere i costi per la totale demolizione della piscina e il ripristino dell’area. Ovvero soldi buttati via».

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