Cosolini: «Tendopoli all’interno di un capannone»

Il sindaco di Trieste: servirà anche per i profughi che dormono al Silos. Ipotesi zona industriale o ex Fiera di Montebello
I profughi all'interno del Silos (Bruni)
I profughi all'interno del Silos (Bruni)

TRIESTE. Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini dice sì alla proposta avanzata dalla Prefettura di allestire una tendopoli per accogliere i profughi, a iniziare da quelli che in questi giorni sono accampati al Silos, e i futuri arrivi. Gli immigrati, chiarisce proprio Cosolini, non saranno però sistemati in uno spazio all’aperto, bensì all’interno di un capannone da individuare in un’area periferica della città. È lì che verranno portate le tende. Sarà la Protezione civile a occuparsi della parte logistica.

«Ho sentito il prefetto Garufi – fa sapere il primo cittadino – e, in piena intesa con l’assessore regionale Gianni Torrenti, ho suggerito questa soluzione. Che è stata accolta. Mi pare la più indicata perché ci permette di predisporre un luogo al coperto e attrezzato, anche in vista della stagione invernale, e i servizi collegati. In questo modo possiamo dare un tetto, acqua e bagni». Il sindaco, assieme al prefetto, già lunedì effettuerà alcuni sopralluoghi per individuare il sito più adatto. Due, al momento, le ipotesi: la zona industriale e l’ex fiera di Montebello.

«C’è da gestire un’ondata di arrivi improvvisi ai quali non possiamo far fronte con le nostre strutture – riflette il sindaco – e questa è la risposta che possiamo dare per fornire ospitalità immediata. Per l’amministrazione comunale vale comunque il modello di accoglienza diffusa, che a Trieste abbiamo visto funzionare se si resta nel limite delle 500 persone. Per rimanere in quel limite serve che ogni Comune faccia la sua parte, che il sistema di distribuzione territoriale funzioni. Questa è la richiesta ferma che rivolgiamo al governo e alla Regione. Anche perché situazioni come quella che si è creata al Silos non sono dignitose e accettabili né per i migranti né per la città. Va anche detto – aggiunge – che davanti a quanto sta accadendo nel mondo, si sta dimostrando l’inutilità dei reticolati e dei respingimenti. Perché chi scappa dagli orrori del suo Paese non si ferma di certo davanti a un muro o altro».

Migranti, a Trieste spunta l’ipotesi tendopoli
Un gruppo di migranti in cammino lungo la rotta balcanica, diretti in Europa

La vicenda innesca le dure reazioni del centrodestra. «La tendopoli sarebbe proprio quello che manca per coronare i già brillanti risultati conseguiti dal sindaco Cosolini in questi quattro anni», polemizza la deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia Sandra Savino: «Trieste sta ospitando già un numero di migranti oltre ai limiti fissati e la sola idea di piantare delle tende all'interno del perimetro urbano significa non comprendere qual è la realtà esterna ai palazzi di governo dove si formulano queste singolari soluzioni. Una realtà nella quale le tendopoli servirebbero per quei triestini, pensionati e padri di famiglia disoccupati, che vivono al limite della sopravvivenza e che per orgoglio resistono ai margini senza chiedere aiuto. Ma la soluzione campeggio – insiste la parlamentare – è irricevibile anche per motivi di igiene e di degrado».

Fermo no anche dalla Lega Nord: «La sinistra sta trasformando la città più bella d'Italia in un campo profughi a cielo aperto, cercando di mascherare il business che si nasconde dietro a quest'ondata di portata epocale sotto una patina di buonismo da quattro soldi», è l’intervento del segretario provinciale Pierpaolo Roberti. Così infine Claudio Giacomelli (Fratelli d’Italia): «Appena il 20 giugno la presidente Serracchiani dichiarava che l’immigrazione non è un’emergenza e adesso ci troviamo con 930 richiedenti asilo che il Pd non sa dove collocare se non ipotizzando una tendopoli».

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