Cosolini rilancia la tassa di soggiorno: «Serve al turismo»
Una bella critica senza sconti qualche volta è salutare e porta allo scoperto perfino nuove autocritiche o pasticci altrimenti dispersi nel flusso del tempo. Turismo che a Trieste porta ancora pochi turisti (seppure in costante crescita), perché non professionalizzato nel costruire e vendere offerte ben allestite in una città potenzialmente ricchissima di proposte anche per il viaggiatore veloce, last minute, e ormai captabile solo su Internet. Questo ha detto il piano per lo sviluppo del turismo firmato Josep Ejarque per Promotrieste, «professionista - nota in principio il sindaco Roberto Cosolini ricordando il lavoro dell’esperto di marketing con la giunta Illy - che improvvidamente la Regione aveva allontanato», con Tondo in Regione.
«Quel che serve - aggiunge il sindaco - in una città che comunque piace moltissimo, è una strategia di tipo industriale, da costruire con un rapporto pubblico-privato che sia molto chiaro: il pubblico detta le politiche, e poi professionalità, ma “vere”, si occupano della gestione industriale. Finora c’è stata una commistione. E non tutte le situazioni inerenti il settore sono coperte oggi da adeguate professionalità... Ma stop qui, evito la polemica».
Il problema di fondo, se il piano verrà adottato, è chi pagherà il processo di sviluppo, l’organizzazione dei necessari sistemi web, gli stipendi di professionisti nuovi. Ejarque non trascura certo il problema e inserisce molti prospetti facendo base su una cosa nuova, che ritiene indispensabile: la tassa di soggiorno. Un euro o frazioni a seconda della tipologia di albergo, b&b e quant’altro.
Cosolini: «Certo che son d’accordo, sono totalmente convinto di questa soluzione, se la Regione ce lo consente la istituiremo, e garantisco che tutte le risorse andranno per promozione e sviluppo del turismo». D’accordo “a condizione” anche Cristina Lipanje, presidente di Federalberghi, categoria che poi deve chiedere al turista la maggiorazione del conto: «Se la tassa va sul marketing, benissimo. Se deve coprire buchi di bilancio certamente non mi va bene». Sergio Bolzonello, assessore regionale alle Attività produttive oltre che vicepresidente, che già è intervenuto per dare una nuova linea organizzativa all’agenzia Promotour per l’importante comparto della montagna, non si esprime sui piani triestini: «La Regione farà in materia delle linee-guida» si limita a dire. Non sarà che una legge poi cozza con un progetto? «La Regione - spiega il sindaco - deve con questa legge decidere se consente o no la tassa di soggiorno. Oggi noi non siamo legittimati a istituirla». Dunque il piano-Ejarque poggia seriamente su un’ipotesi economica che dipende da una preventiva decisione regionale. Altrimenti i soldi chi li metterà?
«Lo diciamo da anni che Trieste è rimasta indietro, che a livello regionale non è considerata un prodotto trainante, ma per forza Promotrieste non è riuscita finora a far meglio: non ha i soldi - prosegue Lipanje -, fino a tempo fa si alimentava coi congressi, oggi quasi inesistenti, ma non ha mai potuto darsi una vera organizzazione». E i soci del consorzio, che sono tutti gli enti pubblici della provincia più le associazioni di categoria e molte singole aziende, e sono comunque tanti? Non pagano una quota? Lipanje: «Alcuni di noi privati, “soci sostenitori” dall’anno scorso, versano 250 euro all’anno per avere più visibilità, altri invece avevano versato (ancora in lire) 12 milioni una tantum circa 15 anni fa». Dunque Promotrieste ha fatto quel che ha potuto e si prende un voto bassino dal consulente che ha ingaggiato. Ma adesso si sta cambiando anche lo Statuto del consorzio. La quota? Diventerà obbligatoria.
L’albergatrice a capo della categoria avverte però: «Dovremo sacrificarci. Metterci del proprio. Ma senz’altro è ora di muoversi, la città è rimasta ferma per troppo tempo, anche se Ejarque ha un po’ esagerato nella critica (forse come sprone)».
Non raggiungibile ieri Edi Sommariva, direttore di Turismo Fvg che pure si prende qualche criticaccia dall’esperto spagnolo, il quale prevede addirittura di questo passo un forte declino del settore. Il delegato di ambito per Trieste, Adalberto Donaggio, il politico di centrodestra già presidente della Camera di commercio, resta più freddo: «So che Ejarque è molto competente, dunque non gli obietto nulla, vedo però che arrivi e presenze a Trieste sono in crescita, più che nel resto della regione. Poi, come si dice, tutti possono sempre far meglio, e portando all’assessorato al Turismo questo studio, sono certo che sarà prezioso». Donaggio è in scadenza a fine mese: «L’incarico è di origine politica. E adesso c’è una giunta regionale nuova».
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