Cosolini: «Nozze gay, sì alla firma ma non ci sono domande»
Ahi ahi ahi! «Caro Cosolini, a che gioco giochiamo? Annunci una richiesta di trascrizione a luglio e poi dichiari che non ne hai ricevuta nessuna ad ottobre? Che succede?» L’Arcigay Friuli Nuovi Passi chiede conto al sindaco di Trieste sulle dichiarazioni del sindaco di Trieste sulla scia dell’Arcigay Arcobaleno di Trieste e Gorizia che aveva riesumato un articolo di luglio del Piccolo intitolato: «Coppia di “lui” sposata all’estero: chiesta l’iscrizione all’anagrafe». «Valutiamo molto positivamente l'iniziativa del sindaco di Udine Furio Honsell e degli altri sindaci che hanno deciso di schierarsi dalla parte dei diritti degli omosessuali, nonostante gli attacchi del ministro Alfano. Restiamo in attesa di un'iniziativa simile anche da parte dell'amministrazione comunale triestina, già sollecitata in passato su questo tema» faceva sapere Daniel Saiani, presidente dell'Arcigay, ricordando come stessa richiesta fosse stata avanzata a luglio anche al sindaco di Trieste senza ottenere però risposta.
Che fine ha fatto la trascrizione di quella coppia gay sposata all’estero? Il sindaco avrebbe potuto battere sul tempo il sindaco di Udine Furio Honsell e essere il primo cittadino a registrare un matrimonio omosessuale in regione celebrato all’estero violando la circolare del ministro Angelino Alfano. «Non è stato possibile. Quella richiesta non è mai stata perfezionata. Manca un documento per fare la registrazione. Dopo la nostra richiesta la coppia è sparita» spiega il sindaco al quale non va di passare per retrogrado sul fronte dei diritti civili. «Abbiamo avuto una richiesta - conferma il vicesindaco Fabiana Martini che ieri ha risposto all’Arcigay -. Solo che mancava la legalizzazione del certificato di matrimonio. L’abbiamo fatto presente chiedendo di ritornare con i documenti in regola. Ma loro non si sono fatti più vivi. E, oltre a quella, non abbiamo avuto altre richieste. Nessuna pendenza in questo momento». E quindi nessuna possibile trascrizione. «Sono perfettamente d'accordo con il sindaco di Torino Piero Fassino presidente dell'Anci: serve subito una legge sulle unioni gay che colmi un vuoto normativo e consenta ai Comuni di gestire la vicenda in modo uniforme sull'intero territorio del Paese. Serve una decisione del governo Renzi. Non ha senso andare avanti in questi bracci di ferro tra sindaci e prefetti» aggiunge Cosolini che, in ogni caso, si dichiara pronto a trascrivere fin d’ora un matrimonio gay celebrato all’estero. «Se arriva una richiesta la esaminiamo. Ma oggi come oggi non c’è una richiesta pronta per essere oggetto di una decisione. In ogni caso mi associo alle posizioni dei colleghi che in altre città ritengono che questa cosa deve avere una soluzione positiva come Fassino, Nardella, Merola, Honsell, Pisapia». Anche sette in una volta sola come ha fatto il sindaco di Milano. «Avendo la richiesta le ha potute firmare» aggiunge sfidando intenzionalmente la circolare del ministro Alfano e la Curia di Trieste che tramite il settimanale Vita Nuova ha inviato uno “scomunicato” stampa denunciando l’abuso di potere dei sindaci di Trieste, Udine e Pordenone (la Triplice alleanza). «Questi sindaci, evidentemente, si sentono investiti di qualche missione ideologica o politica o messianica e non solo amministrativa, se sono pronti a violare la legge per far passare atti che configurino il riconoscimento di presunti diritti individuali» tuona il direttore del settimanale diocesano Stefano Fontana. Il registro di Trieste pero è ancora miracolosamente intonso. Chi vuol essere la prima coppia a mettere nero su bianco la sua unione gay nella città di Mikeze e Jakeze? Si faccia avanti.
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