Cosolini: «Il riuso di Porto Vecchio è la scommessa più forte»

Bolzonello: la città è proiettata nel futuro e ha tutte le carte in regola per farcela
Uno dei magazzini fronte mare del Porto Vecchio
Uno dei magazzini fronte mare del Porto Vecchio

«Smettiamola di considerarci speciali e incominciamo ad esserlo», è stato l’efficace monito con cui il sindaco Roberto Cosolini ha chiuso il lungo discorso introduttivo che ha fatto da piattaforma alle due tavole rotonde del convegno su “Trieste città europea”.

Per sottolineare la ripartenza della città ha citato i 170 milioni di investimenti di Arvedi sul complesso di Servola, i 120 delle Coop Nordest che daranno alla città anche un Centro congressi, gli interventi sul Magazzino vini (dove si insedierà Eataly) e sull’Ospedale militare (foresteria dell’università). «Ma a breve - ha annunciato - partiranno gli interventi sul Porto Vecchio e altri investimenti sul settore commerciale». Ha citato la crescita dei flussi turistici indotta anche dalla piattaforma web “Discover Trieste”, gli investimenti che gli operatori portuali si apprestano a fare nello scalo dove c’è una nuova governance, il piano di opere pubbliche per 50 milioni varato dallo stesso Comune, la crescita delle istituzioni scientifiche e universitarie.

«Trieste è più smart - ha sintetizzato - grazie all’uso delle tecnologie, ma la principale scommessa per verificare la ritrovata attrattività della città sarà il Porto Vecchio: per ora basti dire che dopo decenni di immobilismo sono bastate due ore per sbloccarlo». Insomma secondo il sindaco, Trieste sta ritrovando quella spinta innovativa che aveva caratterizzato la sua storia gloriosa in un passato ormai lontano e che ha preceduto una lunga pausa soprattutto nell’ambito economico.

«La città pensava di poter vivere in uno stato di benessere senza sviluppo - ha continuato Cosolini - e ha così imboccato una china di dolce declino con un patto insano stretto su questi principi tra politica ed economia. L’esplodere dell’assistenzialismo ci ha fatto poi precipitare nel luogo comune del “no se pol”. Ma finalmente ci stiamo uscendo. Oggi gli imprenditori vogliono un luogo di dimensioni internazionali, un sistema formativo di alto profilo, una tradizione di storia e cultura e uno sbocco al mare: è proprio quanto offre Trieste».

«Trieste è già oggi una città proiettata nel futuro - ha chiuso il convegno il vicepresidente e assessore alle Attività produttive della Regione Sergio Bolzonello - e ha a disposizione tutto ciò che le serve a questo scopo. La nostra amministrazione è conscia del ruolo di Trieste come capitale della regione e come hub dell’intero Friuli Venezia Giulia. Ha molti fattori di crescita in manifattura, università e ricerca, finanza, portualità e logistica, turismo e anche agricoltura. Se saremo capaci di tenere tutto questo assieme, allora Trieste potrà avere quel ruolo che le compete, che nel recente passato aveva rischiato di smarrire, ma che ora sta ritrovando. E il Porto Vecchio - ha concluso Bolzonello - dovrà essere la sua grande porta sul mare, ma per non diventare un luogo di plastica dovrà ospitare anche vita di comunità».
 

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