Cosolini: «Il piano regolatore portuale? Monassi adesso si sbrighi»
Il Comune invita l’Autorità portuale a porre rimedio quanto prima alle irregolarità che hanno portato alla “stroncatura” del piano regolatore da parte della Regione. Al contempo, però, il centrodestra punta l’indice: «Quello stesso piano ha avuto il via libera degli enti locali pochi mesi fa».
Il sindaco Roberto Cosolini è stringato: «L’Autorità portuale deve affrettarsi a integrare la documentazione e a sopperire alle mancanze segnalate - dice -. Si tratta di procedure di validazione che sono squisitamente tecniche, dei cui risultati bisogna responsabilmente prendere atto. È evidente che ci sono da sanare carenze e omissioni». Insomma «l’impressione è che in casa Autorità ci sia qualche lavoro da fare rapidamente, e che si sia già perso troppo tempo».
La vede in maniera radicalmente opposta la senatrice di Forza Italia Sandra Savino, secondo la quale la radice del problema è politica e non tecnica: «La guerra che il Pd sta attuando contro l’Autorità portuale non pare essere un fattore del tutto estraneo allo stop imposto dalla Serracchiani al Piano regolatore dello scalo giuliano - scrive in un intervento -. È difficile infatti catalogare come coincidenza la bocciatura da parte della Regione di uno strumento urbanistico il cui studio di impatto ambientale era stato approvato dagli stessi esponenti del Pd che guidano tutti i pianeti politicamente ormai allineati del territorio: i comuni di Trieste, di Muggia e la Provincia». Secondo la senatrice «gli effetti di questo blocco non vanno proprio nella direzione dello sviluppo e della celerità di azione spesso invocati proprio da Serracchiani». Una «responsabilità gravissima» di cui la presidente, dice Savino, dovrà rendere conto anche agli enti locali governato dal centrosinistra. «Qualcuno poi dovrebbe avvisare la stessa presidente - prosegue - che questa decisione potrebbe riesumare il progetto del rigassificatore di Zaule, sulla cui contrarietà la Serracchini ha costruito parte della sua campagna elettorale».
Secondo la senatrice il Pd attua una «strategia ai danni della città» per «l’occupazione sistematica del potere, passando da un livello non più solo politico, ma anche amministrativo e burocratico». Infine, si chiede provocatoriamente Savino, «alla luce di questo stop che certo non contribuisce al rilancio dell'economia di Trieste, il senatore Russo adesso di chi chiederà le dimissioni?».
Sul tema interviene anche il consigliere comunale del Ncd Paolo Rovis: «Sconcerta la bocciatura del piano da parte della Regione - scrive -. Per tre ordini di motivi». Il primo motivo è lo stop «alle attività di sviluppo»: «Chi si chiede "chi è che blocca il Porto di Trieste" ora ha una risposta netta e lampante - afferma Rovis -. Peraltro, uno stop che contrasta con gli inviti a "fare presto" reiterati dalla stessa Regione». Il «secondo aspetto» riguarda il “no” al rigassificatore di Zaule: «Il contestato impianto potrebbe infatti tornare in pista per mano di Serracchiani». «Il terzo motivo è forse il più eclatante - conclude Rovis -. Lo Studio di impatto ambientale e la Via/Vas sono stati approvati all’unanimità dai Comuni di Trieste e Muggia e dalla Provincia di Trieste solo tre mesi fa. Compattamente favorevoli tutte le forze politiche e personalmente Cosolini, Bassa Poropat, Nesladek. Serracchiani si pone perciò in collisione diretta con tutti gli enti elettivi locali e smentisce seccamente i suoi stessi compagni di partito che ricoprono ruoli istituzionali».
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