Cosolini: "Il gioco insegna l'uguaglianza. Falsità vergognose" - L'opuscolo in formato digitale

Il sindaco interviene con una nota sul progetto destinato agli asili che ha suscitato polemiche e forti reazioni: "Schifato da certe strumentali falsificazioni"
Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini
Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini

“Sono francamente stupito dalle polemiche e schifato da certe strumentali falsificazioni e quindi sarò chiaro: siamo convinti di quanto ha fatto Trieste introducendo Il Gioco del rispetto. Perché crediamo nel rispetto, innanzitutto". Dopo giorni di polemiche, a intervenire sul progetto destinato agli asili che ha sollevato un polverone fino ad approdare in Parlamento, è il sindaco Roberto Cosolini in persona, che ha anche affidato a Twitter una sintesti del suo pensiero:

Il comunicato stampa prosegue: "La nostra Trieste è sempre stata nel mondo un esempio all’avanguardia nella cultura civica, da Maria Teresa a Franco Basaglia. Noi per primi dunque dobbiamo recuperare il meglio della nostra memoria e della nostra cultura e non aver paura di costruire nuove strade per educare gli adulti di domani. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che hanno fatto gli esperti con questo gioco, di valore scientifico e documentato, che educa al rispetto di genere superando gli stereotipi. E' un nostro dovere educare i bambini a essere persone migliori di noi, della società che hanno ereditato.

Il Comune “assediato” difende il gioco all’asilo
Una bimba all'asilo

Qualcuno ha definito scandaloso il programma, per altro facoltativo, ergendosi a difensore della morale. “Il Gioco del Rispetto” non affronta né il tema della sessualità né quello della composizione della famiglia, ma insegna il concetto di uguaglianza. Mostrare che un padre possa stirare e una madre possa riparare un’automobile non ha nulla di scandaloso. Così come far sentire ai bambini e alle bambine che dopo una corsa i loro cuori battono nello stesso modo e che uguale è il loro respiro. Questo significa semplicemente educarli a crescere nel rispetto reciproco.

Non ci sentiamo "sotto assedio", anzi le testimonianze di supporto sono tantissime, dall'Italia e dall'estero. Certo non sono urlate con toni inaccettabili e offensive mistificazioni come quella di Libero o di alcuni parlamentari, che evidentemente non hanno modo migliore di guadagnarsi il loro elevato stipendio: non si può fare a meno di pensare che alcuni di questi avrebbero più bisogno del Gioco del Rispetto di quanto ne abbiano i nostri bambini…”

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