Cosolini-bis nel 2016 Ma l’ala sinistra frena sulla ricandidatura

Sossi (Sel): «No a personalismi». Furlanic (Fds): «Valuteremo» Nel Pd Rosato e Russo rilanciano: «Un passaggio naturale»
Di Piero Rauber
Foto BRUNI Trieste 30 05 2011 Roberto Cosolini nuovo sindaco di Trieste
Foto BRUNI Trieste 30 05 2011 Roberto Cosolini nuovo sindaco di Trieste

In tempi di secchiate di ghiaccio filmate e caricate sulla rete per una giusta causa, che vuoi che sia una doccia fredda, per giunta allegorica e non reale? L’annuncio di Roberto Cosolini di essere pronto a ricandidarsi fra un anno e mezzo per un mandato-bis (reso domenica alla festa del Pd di Opicina, peraltro dopo essersi sottoposto pubblicamente a una secchiata di ghiaccio anti-Sla) i più dicono d’averlo preso serenamente. Di più. Positivamente, specie in casa Pd. Qualcuno però potrebbe averlo vissuto pure come una doccia fredda. Sia tra le quattro mura del partito (c’è chi ha letto in quell’annuncio l’intenzione del sindaco di lanciare un messaggio interno a mo’ di monito alle ambizioni altrui e/o a eventuali perplessità nei suoi confronti) sia nel resto del condominio del centrosinistra, ma s’è guardato bene dall’esporsi.

La regola del quieto vivere trova comunque la sua eccezione nell’ala sinistra della coalizione, segnatamente in Sel o, meglio, nel suo capogruppo in Consiglio Comunale dal passato cigiellino Marino Sossi, ma in parte (con toni più morbidi e pure sibillini) anche nella Fds, e più precisamente nel presidente dello stesso Consiglio comunale venuto da Rifondazione, Iztok Furlanic. Per entrambi, pare, un altro giro cosoliniano non è scontato. Ma andiamo con ordine. Sossi, per propria stessa ammissione, è uno «alla vecchia». Meno internet e più cabernet, semmai. Il più scomodo e il meno accomodante degli alleati fa capire a Cosolini di essere rimasto colpito dall’annuncio della sua voglia di ricandidarsi nel 2016, e d’averlo vissuto appunto come una doccia fredda, più che dalla secchiata di ghiaccio che il sindaco si è fatto calare giù per la schiena prima di consegnare la scena al web. «La ricandidatura di Cosolini - si sbilancia Sossi - non è automatica. Sarò pure uno alla vecchia, ma una volta si andava ripetendo che prima vengono i programmi e poi le persone. È un discorso prematuro. Lo capisco, ha la sua passione, di fare il sindaco. Ma al di là degli aspetti individuali devono contare le valutazioni collettive dei partiti sulle cose da fare, sulle urgenze e i bisogni della gente e, per quanto ci riguarda, anche sui connotati che deve avere uno schieramento di centrosinistra. E qui mi permetto di ribadire che servono ora dei segnali di inversione di tendenza, d’intervento sulla macchina comunale».

«Oggi - chiude Sossi - comanda evidentemente lo stile Renzi. Sono “figo”, quindi mi autocandido. Mi piacerebbe sapere cosa pensano nel Pd». Ma nel Pd, in effetti, i pezzi grossi benedicono pubblicamente il sindaco in vista del 2016. Se chiedete ad esempio a Ettore Rosato se nulla osti a una ricandidatura di Cosolini la risposta è secca: «Ci mancherebbe altro». «Roberto - aggiunge il deputato - sta facendo bene e lo sta facendo in un periodo di estrema difficoltà per le finanze degli enti locali. La sua disponibilità a restare al suo posto è naturale ed è utile che sia espressa fin d’ora». La corsa-bis al Municipio di Cosolini è per Francesco Russo addirittura un concetto «un po’ lapalissiano».

«Buona regola - osserva il senatore - è che per un sindaco sia assolutamente normale puntare a un secondo mandato, se proprio non fa disastri e questo non è assolutamente il caso, dato che come dice lui proprio ora cominciano a vedersi i frutti della semina di questi primi tre anni. Roberto è il nostro candidato naturale, e non sento peraltro emergere null’altro in fatto di nomi in giro per la città». Quella di Cosolini infine è una «scelta normale e naturale» anche per Furlanic. Il quale, però, non chiude i giochi pur senza metterci il pepe di Sossi. «Per quanto riguarda la Federazione della sinistra - rileva il presidente del Consiglio comunale in quota Rifondazione - nei tempi dovuti si valuterà l’operato del sindaco e si deciderà di conseguenza se continuare a sostenerlo». Punto. Alla prossima puntata della liturgia della politica, insomma.

@PierRaub

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