Cosolini “arruola” un magistrato e chiede i voti per salvare il futuro

Il candidato del centrosinistra punta ad affidare a Raffaele Morvay il ruolo di garante della trasparenza. Stoccate contro lo “stipendificio” trovato all’arrivo in Municipio nel 2011
Roberto Cosolini, candidato del centrosinistra
Roberto Cosolini, candidato del centrosinistra

TRIESTE. Roberto Cosolini cala un poker di nomi proprio al traguardo dell’ultimo giorno di campagna elettorale. Annuncia innanzitutto che, in caso di successo al ballottaggio, varerà la figura del «garante della trasparenza, i cui interlocutori saranno i cittadini ma anche le forze d’opposizione. Un supporto di garanzia in particolare per la trasformazione di Porto vecchio». Ruolo da affidare a «Raffaele Morvay, ex presidente del Tribunale, da cui ho ricevuto immediata disponibilità».

 

 

Svelata la prima carta, il sindaco a fine mandato e a caccia del bis ne gioca altre tre davanti alla platea del Caffè San Marco, composta da molti dei suoi assessori, dai parlamentari Ettore Rosato e Francesco Russo, e da altri sostenitori giovani e meno giovani. Tre new entry per la giunta: «Persone che intendono la politica come servizio. Iniziamo da Paola Stuparich, direttore dell’Enaip regionale con precedenti esperienze in Area Science Park e in Confindustria. Poi Gianmatteo Apuzzo, sociologo da tempo impegnato sui progetti europei. Infine, Emanuele Mura, da molti anni attivo nel mondo del terziario e per iniziative di promozione del settore». Di deleghe Cosolini non parla, anche se qualcosa si può già intuire, perché la distribuzione sarà figlia di «un equilibrio generale con una sicura diversa configurazione rispetto alla situazione attuale». Ai tre (le scelte sono state celebrate su Facebook dal senatore Russo: «Tutte figure nuove, di grande qualità personale e professionale»), nel progetto cosoliniano, si affiancheranno il già annunciato Pierluigi Barbieri per l’assessorato all’Ambiente e alcune conferme - da definire - dalla squadra uscente.

 

Dipiazza si indigna per gli attacchi e promette una città «bellissima»
Roberto Dipiazza, candidati del centrodestra

 

Ma Cosolini non si concentra solo su quattro nomi. Ce n’è un quinto che monopolizza buona parte del discorso: è quello del suo “nemico”, il contendente per la poltrona di sindaco, Roberto Dipiazza. Che i toni della campagna si siano accesi negli ultimi giorni come mai nelle passate settimane lo conferma l’attacco frontale di Cosolini: «Oltre 185mila cittadini sono chiamati a scegliere tra due persone, due stili e due idee di città. Ci sono cose che avrebbero richiesto risposta in queste settimane. Innanzitutto domenica (domani, ndr) non si elegge lo sceriffo, il questore o il presidente del Tribunale. Dev’essere chiaro cosa può fare un sindaco per la sicurezza. Ci sono tre cose poi su cui Dipiazza non ha dato risposte: lo stipendificio delle partecipate che ho trovato nel 2011 con posti per amici e amici degli amici e 900mila euro di stipendi complessivi, che noi abbiamo ridotto a 380mila. Sui nomi che ritornano dal passato e ambiscono a un posto al sole non ho sentito parole chiare». Capitolo giunta: «Dipiazza non se la sente di escludere nomi di gente che ha dato fin troppo negativamente alla città, come Marina Monassi. Gli elettori M5S e chi non ha votato al primo turno lo devono sapere». È il turno della bordata sull’area di San Giovanni già oggetto di frecciate dei Cinquestelle: «Mi sarebbero bastate parole di scuse per un atto che non andava fatto, come ha sancito il Tribunale. Da sindaco, Dipiazza ha comprato un terreno del Comune, per unirlo poi ad altri: il tutto è stato reso edificabile, ricavando un valore. Infine l’ha rivenduto a un’impresa che in quel periodo intratteneva rapporti con il Comune. Un’operazione sicuramente non di buon gusto». Caratterizzata, rileva Cosolini, da «opacità», termine che userà di nuovo, citando il medesimo esempio, in serata nel comizio in piazza della Borsa specificando come sia l’esatto contrario di «trasparenza». E «trasparenza e sobrietà» - ha voluto mettere in rilievo al San Marco - hanno guidato l’azione amministrativa «in questi cinque anni». Tutto ciò per concludere: «Trieste può fidarsi più di Roberto Cosolini che di Roberto Dipiazza».

Di sera, il comizio finale, prima della festa in musica in viale XX Settembre. Mezz’ora a tutto ritmo, affiancato sul palco dai Giovani democratici e acceso da quell’«entusiasmo collettivo» scattato dopo il primo turno per tentare la rimonta. «Per il futuro della città», parte Cosolini, censurando «l’idea distorta di Trieste» veicolata dai rivali perché «il problema sicurezza lo affrontiamo quotidianamente. Il centrodestra ha dato un’immagine negativa della città. Ha voluto farle del male». Una dopo l’altra, stilettate a Dipiazza: «Il problema ambientale abbiamo iniziato ad affrontarlo noi aumentando i controlli sulla Ferriera». Sull’emergenza occupazionale: «Non basta dire “lavoro, lavoro, lavoro”. Bisogna spiegare come si sviluppano i progetti». E ancora: «Cambiare idea si può ma non sempre, non a seconda della convenienza». In ultimo, l’appello ai sostenitori: «Ci sono ancora tanti incerti. Li possiamo e dobbiamo convincere».

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