Cosolini: «Alla carica di Porto Vecchio con l’aiuto di Debora»

Il sindaco di Trieste adesso può confidare nel sostegno della Regione sulle partite più importanti. Ma il suo cruccio resta la chiusura del bilancio: «Siamo a -4,5 milioni»
Foto BRUNI Trieste 31 05 2011 Festa all'Ausonia per Cosolini e Poropat vincitori del ballottaggio con Debora Serracchiani
Foto BRUNI Trieste 31 05 2011 Festa all'Ausonia per Cosolini e Poropat vincitori del ballottaggio con Debora Serracchiani

Non dirà mai che traballa di gioia per aver “guadagnato”, sul fil di lana degli ultimi 2000 voti della sera, un presidente di Regione del Pd come lui stesso. Piuttosto, incassata la vittoria di Debora Serracchiani, il sindaco ha così pronta la lista delle cose che spera di avere da ora in avanti, e che soprattutto ha già intravisto come ottenibili orecchiando la campagna elettorale e sollecitando la ormai ex candidata, che è in grado di recitarne i titoli distillandoli uno a uno. Prima i problemi sociali e di bilancio. Ma poi, eccome, il Porto e soprattutto il Porto vecchio al quale ricucire addosso un destino meno disperato dell’attuale.

Sindaco Cosolini, che cosa si aspetta che cambi per Trieste con l’elezione di Serracchiani in Regione?

Io credo, e la pratico seriamente, nella collaborazione fra istituzioni. Quando sono di segno politico diverso dal mio, e quando sono omogenee. Non trovo giusto dovermi aspettare nulla di particolare.

Molto educato, ma non dirà che “l’uno e l’altra pari sono”. Un discorso con Serracchiani su che cosa verterà?

I primi segnali forti li ho visti già in campagna elettorale, e subito dopo l’elezione: possiamo attenderci una grande attenzione ai temi di politica e coesione sociale. I Comuni sono la frontiera con le fasce di popolazione più in difficoltà, e su questo capitolo servono presenza e supporto più forti da parte della Regione.

Domanda di minima. Poi?

Mi aspetto che la Regione si faccia protagonista di una revisione del patto di stabilità, che è una mannaia anche per gli enti più economicamente sani come il nostro Comune, che ha i soldi e non può pagare. Spero anche che il prossimo anno si possa fare il bilancio di previsione entro dicembre, questo slittamento non dipende certo da noi.

Nello, specifico su problemi esclusivamente triestini?

Debora Serracchiani ha dato una risposta chiara e inequivoca su Porto e Porto vecchio, e su quest’ultimo ha apposto una firma alla mia proposta pubblica per rilanciarne la riconversione, ci si attende perciò sintonia sullo sviluppo, del Porto e di Porto vecchio.

Sintonia carente con la presidenza di Renzo Tondo?

Diciamo che di portualità non è che si sia troppo occupata. Porto e Porto vecchio sembrava venissero trattati quasi come una cosa solo triestina, da giocare localmente. Su Porto vecchio Serracchiani ha risposto in modo chiaro, e sono certo che sarà conseguente.

Intanto siete costretti ad aumentare tasse e servizi per chiudere il bilancio?

Faccio presente che siamo partiti da “meno 25 milioni”, per minori trasferimenti dalla Regione, mancato finanziamento degli asili, aumenti Istat, impossibilità di usare l’avanzo di gestione per la spesa corrente. Mentre tanto tagliavamo, da un’altra parte salivano i costi e ci assorbivano i tagli. Per pagare certe spese di manutenzione, bloccati dal patto di stabilità, siamo stati costretti a spostare soldi dal capitolo “investimenti” a quello di spesa corrente. Adesso siamo a “meno 9” milioni, con l’Imu al 10,6 per mille (per seconde case e fabbricati che finora hanno pagato il 9,7) arriveremo a “meno 4,5”. Ogni punto decimale di aumento vale 500 mila euro. Ogni volta che troverò 500 mila euro da tagliare, calerò di un punto l’Imu. Impossibile tagliare 9 milioni di spesa corrente: su personale e contratti servono solo manovre pluriennali.

E per i redditi alti si alzano i costi dei servizi educativi.

Ma la vera notizia è che non li tagliamo, come altri Comuni hanno fatto. A Trieste in più spendiamo 16 milioni per le scuole per l’infanzia, altrove statali. Confermiamo ricreatori e centri estivi: ma per servizi “a domanda individuale” non posso gravare sulla fiscalità generale, far pagare a tutti il servizio che serve ad alcuni.

Convinca i prossimi utenti.

Con più scaglioni si modifica la spesa “in alto” ma anche “in basso”, certe fasce deboli pagheranno meno, molti pagheranno uguale. Per la prima volta da 10 anni o più il Comune ha un bilancio in calo. Abbiamo fatto la cosa più equa.

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