Così il parco ferroviario disegnerà viali e piazze del futuro Porto Vecchio a Trieste
I binari austroungarici conservati, nei piani di via monumentale e parco lineare. Rotaie e scambi integrati nei percorsi pedonali e nelle strade tra i magazzini
I resti del parco ferroviario del Porto Vecchio, chilometri e chilometri battuti che testimoniano il passato industriale di Trieste, giacciono in parte nell’ala più a nord dello scalo, sistemati tra il parcheggio del Bovedo e il piazzale del centro congressi. I binari sono stati in larga misura messi in sicurezza, coperti da un apposito telo e conservati tra i cantieri del viale monumentale, in attesa della loro destinazione futura nel nuovo assetto urbanistico di quel quartiere. I tracciati accompagneranno i percorsi pedonali, le pese in acciaio disegneranno le piazze, le geometrie cilindriche degli scambiatori ne determineranno gli incroci.
L’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
I concetti di “archeologia industriale” e “rinascimento della città” sono stati utilizzati non a caso nelle richieste inviate all’Europa per accedere ai fondi del Pnrr e avviare i primi cantieri nell’ex distretto portuale. Non potevano infatti essere dei binari, dismessi ma tutelati quali beni culturali, a bloccare lo sviluppo futuro di quell’area, considerato come proprio quell’impianto ferroviario inaugurato nel 1857 ne aveva decretato l’ingresso nell’era mercantile moderna e la centralità economica per il secolo successivo.
LA CONSERVAZIONE E LA RIVISITAZIONE
Tra i criteri del viale monumentale e del parco lineare del Porto Vecchio – Porto Vivo, che vedremo riaperti nel 2026, c’era dunque la richiesta di «coniugare le esigenze di riqualificazione con il richiamo della storia dello scalo», evidenzia l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi, ricordando come tutti i progetti presentati siano stati caratterizzati da una sostanziale conservazione dei tracciati in ferro rimasti nella zona, e da una generale rivisitazione del loro ruolo architettonico.
BENI VINCOLATI
Il confronto con la Soprintendenza è stato fondamentale per individuare il corretto equilibro tra conservazione archeologica e rifunzionalizzazione urbana. Il principio generale era di preservare il più possibile del passato industriale del Porto Vecchio. L’unica eccezione è data dal nastro viario della nuova bretella, dove si è optato per rimuovere i binari: se lasciate in superficie, le rotaie avrebbero infatti reso ostico il passaggio di moto e biciclette, mentre sotto l’asfalto avrebbero prima o poi “segnato” e rovinato il manto stradale.
I BINARI COME TRACCE
Viceversa, i binari restano ben visibili nelle aree pedonali, lungo la stessa bretella, già inaugurata, e nella zona del centro congressi. Passeggiando tra i magazzini più settentrionali qui si possono apprezzare le tracce delle rotaie, e anzi in alcuni punti la pavimentazione in ecodrain bianca tra i binari sembra richiamare la massicciata ferroviaria originaria.
IL VIALE MONUMENTALE
Molti dei binari rimossi giacciono al momento nell’area più a nord dello scalo, coperti da un telo e ben conservati in attesa di essere riposizionati nelle loro nuove vesti urbane. Molte delle rotaie verranno impiegate nel viale monumentale, il corridoio più esterno lato mare dello scalo. I tracciati dei binari lambiranno i percorsi pedonali, realizzati a loro volta con gli antichi masegni recuperati, e in particolare individueranno un percorso continuo lungo i magazzini che dal Molo IV accompagnerà fino alla banchina dell’Adriaterminal.
IL PARCO LINEARE
Il maggior riutilizzo del patrimonio ferroviario avverrà all’interno del parco lineare, il corridoio del Porto Vecchio più interno verso la città: qui i percorsi del bosco urbano si svilupperanno a partire dalla struttura dell’impianto storico, che risulterà cucito alle alberature e alle aiuole. Il disegno delle aree verdi nasce, si allunga e si snoda lungo le direttrici dei binari, ritagliato e contenuto dalle traiettorie delle rotaie. I cerchi degli scambiatori, con le loro geometrie cilindriche, organizzeranno le piazze del parco e ne determineranno gli incroci, mentre sulle dimensioni degli scartamenti si innesteranno i futuri percorsi ciclo pedonali. Molti dei binari saranno mantenuti nella loro posizione originaria, integrati nel manto d’erba o coperti da una leggera vegetazione.
NON PIU’ ADATTI AL TRASPORTO
Va ricordato come, allo stato attuale, nessuna rotaia potrebbe esser utilizzata per un trasporto ferroviario aperto ai passeggeri. «I binari andrebbero in tal caso completamente rinnovati, perché non garantiscono gli standard necessari per il trasporto passeggeri», annota il dirigente comunale Giulio Bernetti. Peraltro, «un eventuale trasporto su rotaia – precisa – risulterebbe molto impattante sulla viabilità dell’area riqualificata: precauzioni e accorgimenti limiterebbero molto la permeabilità della zona, e la libertà dei pedoni». —
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