Così Fincantieri diversifica la produzione. Sul Danubio il più grande ponte sospeso

Con una lunghezza complessiva di 1.975 metri sarà pronto entro fine 2021: ambisce a essere un’opera simbolo in Europa

TRIESTE Il più grande ponte sospeso sul Danubio, che sta sorgendo in Romania a 8 chilometri da Braile, sarà Made in Fincantieri. Il gruppo triestino, con la sua società specializzata in progettazione, realizzazione e montaggio di strutture in acciaio (Fincantieri Infrastructure), sta rilanciando una tradizione industriale già scritta fatta di grandi navi da crociera ma anche di ponti, stadi e grattacieli.

Il rilancio

E oggi, in piena crisi da pandemia che sta mettendo in difficoltà l’industria delle crociere, si rilancia grazie a una diversificazione industriale che oggi punta anche sui grandi manufatti. Fincantieri, dopo l’impresa del ponte Morandi, sta affermando una sua precisa missione industriale nella realizzazione di ponti d’acciaio: «Abbiamo tutte le conoscenze per costruire opere di questo tipo», ha sempre detto Bono evocando i tempi dei cantieri Cosulich quando il gruppo triestino negli anni Venti realizzò strade, ponti e grattacieli. Una sfida vinta soprattutto dopo la ricostruzione del ponte Morandi, un’emblema della rinascita di Genova.

Per gli appassionati di storia ci sono importanti precedenti come la costruzione del viadotto La Polverilla, sulle Ande argentine, uno dei più grandi ponti in ferro del mondo, realizzato nel 1929 sotto il nome dei Cosulich, la grande dinastia industriale triestina che dà il nome ai cantieri di Monfalcone. E oggi il gruppo di Bono sta portando a termine un’altra impresa da primato con un forte significato geopolitico.

Opera strategica

Fincantieri Infrastructure sta costruendo le strutture in acciaio del ponte sospeso sul Danubio più grande del mondo per conto della partnership formata dalla joint venture fra il gruppo Astaldi e il colosso metalmeccanico giapponese Ihi. Con una lunghezza complessiva di 1.975 metri e una campata centrale di 1.120 metri (la terza più grande d’Europa), questo ponte rappresenta un’opera altamente strategica per il Paese, cofinanziata dall’Unione europea.

Dal punto di vista logistico, la sua importanza è determinata dal fatto che la Romania è attraversata dal corridoio europeo numero 4 che connette i paesi dell'Europa occidentale e centrale fra cui Ungheria, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca, Germania con il sud, Bulgaria, Turchia e Grecia.

Dalla Romania passa anche il corridoio ferroviario europeo numero 9 che collega il Sud Europa, in particolare Grecia e Bulgaria, con il nord Ucraina, Russia, Finlandia, Bielorussia. I lavori, secondo i piani, dovrebbero essere ultimati alla fine del prossimo anno.

Diversificazione

Ma è un fatto che attraverso questo ambizioso progetto (il valore del contratto per Fincantieri è pari a circa 70 milioni di euro), si consolida il processo di diversificazione del gruppo di Bono nella produzione di grandi manufatti diversi dalle navi e si sviluppa -fanno rilevare fonti del gruppo- «un processo di integrazione sempre più spinto nel network dei cantieri del gruppo Fincantieri e si creano nuove tecnologie produttive».

Come avviene per quest’opera decisamente ciclopica.

Nei cantieri Vard

Il ponte sorgerà sul Danubio a soli 8 km di distanza dalla cittadina di Braila dove ha sede lo stabilimento di Vard, società del Gruppo Fincantieri: qui circa 300 persone stanno lavorando per la realizzazione e l’assemblaggio degli 86 blocchi di acciaio dell’impalcato, per un totale di 21mila tonnellate. Le attività di progettazione costruttiva e ingegnerizzazione vengono realizzate presso lo stabilimento di Valeggio sul Mincio (Verona), ex sede Cordioli & C., acquisito da Fincantieri Infrastructure. Una integrazione che «consente la giusta combinazione di funzionalità, capacità, controllo dei costi».

Come ha osservato il Ceo Bono «si tratta di un risultato di straordinaria valenza strategica, perché ci permettere di consolidare la nostra presenza in un mercato altamente specializzato e dalle grandi potenzialità».

Fincantieri Infrastructure , attraverso la sua controllata Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, ha sottoscritto inoltre il contratto per la ricostruzione dello storico porto turistico internazionale di Rapallo, il primo Marina italiano. e costruirà anche il nuovo stadio del Bologna Calcio. —


 

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