Corte di conti, indagine sugli ambulatori a costo zero
Il caso del Centro di medicina dello sport del Rocco. La Procura contabile chiede al Coni la documentazione sulla convenzione. Ipotizzato il danno erariale

La Procura della Corte dei Conti vuole fare chiarezza sulla vicenda dell’Associazione Centro di medicina sportiva, ospitata gratuitamente per anni all’interno dello Stadio Nereo Rocco, in una struttura che il Comune ha affidato alla gestione del Coni.
Il procuratore Maurizio Zappatori ha aperto ieri un fascicolo per presunto danno erariale, nell’ipotesi che il Centro di medicina sportiva - un’associazione privata - abbia operato usufruendo di una ospitalità pubblica senza pagare un soldo per usare i 900 metri quadrati su cui svolge la propria attività. Inoltre per per anni e anni il Centro di medicina sportiva non ha pagato e forniture di elettricità e di acqua che - non si bene perché - hanno gravato sul bilancio del Comitato olimpico nazionale.
L’inchiesta contabile appena aperta, paradossalmente non coinvolge i medici e i vertici dell’Associazione Centro di medicina sportiva, bensì il Comitato olimpico o la sua articolazione regionale e provinciale. Il danno alle casse dell’erario - in sintesi i mancati affitti per i 900 metri quadrati e le bollette per le forniture mai onorate - è stato eventualmente provocato da chi ha concesso a un soggetto privato di usufruire gratuitamente della struttura pubblica. Anzi gravandola del costo delle forniture.
Nelle prossime ore la Procura della Corte dei conti chiederà al Coni di esibire i documenti che autorizzavano l’Associazione Centro di medicina sportiva ad operare all’interno dello stadio. Se non dovessero essere forniti nei tempi previsti, entreranno in azione gli investigatori della Guardia di Finanza. che li acquisiranno d’autorità.
Il contenuto degli atti richiesti dovrà spiegare e fare chiarezza su numerose circostanze. «Quando è stata sottoscritta la convenzione tra la struttura medico-sportiva e il Coni? Quando questo rapporto si è interrotto o non è stato rinnovato? Al momento della cessazione, il Coni si è fatto immediatamente avanti, chiedendo che fossero liberati i locali dello stadio Rocco, occupati senza averne più titolo? In sintesi gli inquirenti verificheranno se l’inerzia o l’accondiscendenza di qualcuno ha procurato un danno economico all’erario, concedendo gratuitamente e senza titolo all'associazione di usufruire di spazi che avrebbero potuto procurare un introito.
Certo è che ora il Coni si è attivato e dopo aver inviato due lettere di diffida all’Associazione Centro di medicina sportiva il 22 luglio e il 4 settembre, ha attivato i propri legali. L’avvocato Pierluigi Ronzani, docente di Diritto matrimoniale e canonico all’Università di Trieste, si è rivolto al Tribunale civile chiedendo che i locali del Rocco, occupati senza titolo, siano restituiti al Coni al più presto. L’udienza è già stata fissata per il 26 novembre davanti al giudice Anna Lucia Fanelli.
Ma non basta. Nell’atto presentato in cancelleria il 26 ottobre, il Coni sottolinea che l’Associazione Centro di medicina sportiva «opera attualmente come soggetto giuridico autonomo privato e in regime di libera professione». In altri termini l’associzione non è convenzionata con la Federazione medico sportiva italiana e - secondo l’ufficio legale romano del Coni - non ha titolo per aver la propria sede all’interno dello stadio.
«Intendiamo proseguire con decisione nella nostra iniziativa in quanto, la Convenzione con il Comune di Trieste prevede un uso di parte dell’area proprio per la Medicina dello sport e il Coni intende rispettare questa clausola».
Va aggiunto che la revoca della convenzione con l’Associazione Centro di medicina sportiva, risale al 4 marzo scorso. Perché allora all’interno del Coni si è atteso fino a estate inoltrata per chiedere il rilascio dei locali occupati al Rocco? Perchè l’azione legale non è partita immediatamente?
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