Corte di Appello sul podio: tra le più produttive d'Italia
La Corte d’Appello di Trieste conquista ottimi piazzamenti nella classifica nazionale dell’efficienza, specie in campo penale. Nella graduatoria stilata in base alla percentuale di fascicoli penali andati a sentenza, rispetto a quelli approdati in cancelleria, ottiene un lusinghiero terzo posto, dopo Potenza e Reggio Calabria
TRIESTE.
La Corte d’Appello di Trieste consolida la propria fama di realtà produttiva e conquista ottimi piazzamenti nella classifica nazionale dell’efficienza, specie in campo penale. Nella graduatoria stilata in base alla percentuale di fascicoli penali andati a sentenza, rispetto a quelli approdati in cancelleria, infatti, ottiene un lusinghiero terzo posto, dopo Potenza e Reggio Calabria. Ma non basta. Perchè con circa 200 sentenze pronunciate ogni anno, i magistrati penali della nostra Corte d’Appello guadagnano addirittura il titolo di ”più prolifici” d’Italia.
A rendere noti questi risultati è stato ieri il presidente Mario Trampus, anticipando i contenuti della relazione che terrà questa mattina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto della Corte che, come noto, ha competenza sul territorio di tutta la regione.
«Un Distretto - ha affermato Trampus - in cui il funzionamento della macchina della giustizia può essere considerato soddisfacente per l'efficace risposta data alle esigenze dei cittadini. Una considerazione valida in particolar modo per le sezioni penali che hanno ottenuto traguardi ragguardevoli sia nel rapporto tra procedimenti sopravvenuti e quelli definiti, sia sotto il profilo della ragionevole durata del processo».
A riprova dell’efficienza della Corte, va citato anche un altro importante obiettivo centrato: per il quarto anno consecutivo è stata registrata una riduzione delle pendenze con un progressivo, seppur non velocissimo, smaltimento dei fascicoli arretrati. Dati positivi che però, ha precisato il presidente della Corte d’Appello, non devono trarre in inganno e far pensare ad una situazione idilliaca e ottimale. La giustizia, in Friuli Venezia Giulia come in tante altre realtà del Paese, sconta pesantissimi problemi di carenze di personale.
«Registriamo pesanti ridimensionamenti e scoperture delle piante organiche - ha continuato Trampus -. Una carenza che interessa sia il personale amministrativo sia le posizioni funzionariali, e che si fa sentire maggiormente negli uffici con competenze distrettuali come appunto la Corte d’Appello, il Tribunale di Sorveglianza e il Tribunale dei minori».
Se, nonostante simili limiti organizzativi, la produttività del Distretto è rimasta alta lo si deve in buona parte allo spirito di servizio di tutti gli attori del mondo della giustizia. Il dirigente della Corte d’Appello Renato Romano ha parlato di uno ”stile” non registrabile in altre realtà italiane che caratterizza prima di tutti gli avvocati. «Nel Distretto effettivamente esiste un forte spirito di collaborazione - ha affermato il presidente dell’Ordine Roberto Gambel Benussi - che consente di superare i problemi organizzativi e di mancanza di fondi. Un solo esempio, il Tribunale dei minorenni dal 2002 non ha liquidato i compensi dovuti a chi esercita il gratuito patrocinio per mancanza di personale. Per riuscire a recuperare quegli importi, sull’ordine dei 120mila euro, l’anno scorso abbiamo dovuto distaccare una nostra dipendente».
E sempre in tema di risorse, ha proseguito Romano, «esiste una vera ”questione settentrionale”: gli uffici del Friuli Venezia Giulia e in genere del Nord Italia, infatti, registrano scoperture di molto superiori a quelle dei distretti meridionali. E questo rischia di affondare il positivo modello Trieste». Fin qui la fotografia generale.
Quanto ai dettagli sull’attività 2009-2010 vanno segnalati la diminuzione del 24% del numero di soggetti intercettati (3339 a fronte dei 4407 dell’anno precedente) a fronte di un aumento del 5% nei costi ( 6,869 milioni di euro contro i 6,571 del periodo precedente). In calo anche i delitti (-12,5%). Più precisamente sono diminuite le rapine in banca (-57,1%), le violenze sessuali e i furti. In aumento invece i fallimenti e le bancarotte semplici e fraudolente.
(m.r.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video