Corte dei conti: in Fvg cresce la corruzione

TRIESTE
«Il vasto fenomeno della corruzione riguarda tutta la nazione, ma il territorio della regione Friuli Venezia Giulia non può considerarsi esente da tale male. Difatti alcune inchieste di questa Procura hanno riguardato situazioni di turbative di aste pubbliche, di utilizzo indebito di finanziamenti pubblici, se non addirittura di appropriazione di denaro pubblico. I fatti accertati potrebbero essere solo la punta emersa di un grosso iceberg». Con queste parole inequivocabili il procuratore generale della Corte dei Conti Maurizio Zappatori ha lanciato l'allarme alle autorità regionali riunitesi in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Durante la cerimonia il presidente della Sezione Enrico Marotta e il procuratore hanno tirato le fila dell'anno appena concluso. Tra i punti critici Marotta ha elencato il problema nazionale dello "spoils system" (la spartizione di incarichi di pubblica amministrazione), la zona d'ombra creata nella spesa pubblica dal proliferare della partecipate e, come detto, il problema della corruzione. Il presidente ha passato in rassegna le pronunce più significative rese nel 2011 dalla Corte costituzionale e dalla Corte di Cassazione in materia di responsabilità amministrativa, e ha ricordato come il Giudice delle Legge abbia riaffermato con due sentenze l'illegittimità dei meccanismi di "spoils system". Marotta ha poi rilevato i problemi di giurisdizione posti alla Corte dei Conti dal diffondersi delle società partecipate, in quanto «società di diritto privato partecipate da un ente pubblico». A tal proposito il presidente ha citato tre sentenze significative del Collegio Fvg. La prima è del 16 febbraio 2011, e riguarda il presidente e il direttore del Consorzio Acquedotto Friuli Centrale, che avevano acquistato con fondi del Cafc abbonamenti per posti al teatro e alle partite dell'Udinese: gli amministratori sono stati condannati al pagamento di circa 6mila 600 euro. Il secondo caso, di senso opposto, è la sentenza del 21 settembre scorso, con cui la Corte dei Conti ha declinato la propria giurisdizione sul caso dell'allora presidente dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari, Giorgio Brandolin, a cui era contestato un danno erariale per aver liquidato gli emolumenti al consigliere e presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo: «In quel caso la Sezione ha ritenuto che la Spa in questione non avesse i requisiti di "pubblicità" per attribuire al giudice contabile la cognizione dei danni sociali patiti dal socio pubblico». Il terzo caso citato da Marotta è quello della sentenza del 22 settembre scorso «che ha riaffermato la nostra giurisdizione in relazione al danno erariale arrecato ad una società a prevalente capitale pubblico locale», ovvero la Exe Spa (controllata dalla Provincia di Udine): il quel caso l'ex presidente di Exe Piero Mauro Zanin è stato condannato al pagamento di circa 65mila euro. Anche il procuratore Zappatori ha puntato i fari sul problema delle partecipate: «Non possiamo esimerci dall'evidenziare che attraverso le società create dagli enti locali e dalla Regione - ha detto - possono verificarsi situazioni di dilapidazione del denaro pubblico, soprattutto quando i servizi, per i quali sono state create e giustificate, non vengono resi o sono resi in maniera insufficiente e costosa». «L'utilizzo di strumenti, di per sé legittimi, quali le partecipate - ha aggiunto -, al solo scopo di eludere i vincoli di finanza pubblica e le regole di contenimento della spesa, costituiscono un comportamento gravemente colposo se non addirittura doloso che è produttivo di danni erariali e coinvolge la responsabilità degli amministratori locali e regionali da verificare nel giudizio davanti alla Corte dei Conti». Il procuratore ha rilevato la problematicità di due pronunce (n. 14655/11 nel caso di Autovie Venete Spa e n. 20941/11 nel caso di Insiel Spa) in cui la Corte di Cassazione ha ritenuto prevalente il carattere formale della qualificazione di società di diritto privato, «sottraendo alla giurisdizione contabile tutti i casi di danni inferti al patrimonio delle società partecipate». Zappatori ha anche rimarcato la necessità di non minimizzare il problema della corruzione: «La mancanza di effettivi controlli sia nelle procedure di scelta dei soggetti privati, cui affidare le forniture di servizi o gli appalti pubblici sia nelle fasi successive di esecuzione dei contratti di servizi e di lavori costituiscono situazioni di pericolo, in cui possono insinuarsi scambi di favori o dazioni di denaro». Comune a tutti i rappresentanti degli organi intervenuti la preoccupazione per la carenza di personale che affligge la Corte dei Conti. Nel suo intervento il presidente della Regione Renzo Tondo ha accolto le osservazioni del presidente e del procuratore, sottolineando che «in questo momento storico è dovere di tutti gli organi impegnarsi per una maggiore sobrietà, e la pubblica amministrazione deve fare la sua parte». Tondo ha ricordato a tal proposito la politica di riduzione delle partecipate.
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