Corso Italia a Gorizia: il referendum sulle ciclabili va verso l’annullamento
Troppe firme senza autenticazione, a serio rischio la soglia delle 1.500 sottoscrizioni. L’attesa del comitato promotore
GORIZIA Comunicazioni ufficiali ancora non sono arrivate. Il comitato “Sì ciclabili in corso Italia” è in attesa delle decisioni dei tre garanti («Abbiamo anche sollecitato una risposta ma, ad oggi, ancora senza fortuna», fa sapere uno dei portavoce).
Ma le indiscrezioni che rimbalzano appaiono chiare. Il referendum non sarebbe stato ammesso. Cercare di ottenere conferme o smentite in questo senso è un esercizio pressoché inutile ma il cielo che si staglia all’orizzonte della consultazione è plumbeo.
Vizi formali decisivi
Alla fine, le motivazioni del respingimento sarebbero quelle che erano già emerse il 3 febbraio scorso quando i promotori, come riportato su queste colonne, ebbero un incontro con i garanti ed emersero «vizi formali» che, si disse già allora, potevano compromettere lo svolgimento della consultazione popolare. Nulla di politico, quindi, ma rilievi «esclusivamente di natura tecnica», come è giusto che sia, perché i garanti devono far sì che tutto avvenga nel rispetto delle leggi o non c’è alcuno spazio per la discrezionalità.
E allora ricordiamo le parole di Marko Marinčič, portavoce del comitato. Assieme a lui, a rappresentare i ciclisti, c’era, in quell’occasione, Nevio Costanzo. Dall’altra parte del tavolo (virtuale perché venne effettuato in videoconferenza) i tre garanti, ovvero il difensore civico della Regione Fvg Arrigo De Paoli, il segretario generale del Comune di Gorizia Maria Grazia De Rosa e il presidente del Collegio dei revisori dei conti Piergiorgio Strizzolo. Quali gli ostacoli? «Sono state sollevate questioni formali riguardanti qualche firma che abbiamo raccolto. Ma questo è il problema minore. Quella che potrebbe essere decisiva - annotò Marinčič - è la questione delle autentiche da parte di alcuni consiglieri comunali: non risponderebbero a quelle che sono le disposizioni».
Ed è proprio questo il nodo del contendere perché le firme autenticate, stando ai bene informati, non sono poi così poche, tant’è che - eliminandole perché invalidate - non risulta raggiunta la quota minima delle 1.500 sottoscrizioni. Da rammentare anche che, nei vari banchetti allestiti in città, si ottennero 1.698 firme ritenute, dai promotori, sufficienti a evitare brutte sorprese. Il comitato non ha ancora ricevuto comunicazioni ufficiali. «Siamo in attesa», si limita a dire Marko Marinčič.
Le due versioni del quesito
Ricordiamo, infine, qual era la domanda prevista in origine dal gruppo dei ciclisti da sottoporre ai goriziani: “Volete che la pista di corso Italia, indipendentemente da ogni altra scelta in merito a parcheggi e corsie di marcia, rimanga integralmente sulla strada? Sì o no?”. Ma il quesito era stato poi riformulato, rispettando i desiderata dei garanti, come segue: “Volete che la pista ciclabile di corso Italia rimanga interamente sulla strada?”». Il comitato, sostenuto dalle firme raccolte, chiedeva in soldoni che le corsie riservate ai ciclisti rimanessero dov’erano state collocate, cioé sulla carreggiata di corso Italia, abbandonando il progetto (che è un dietrofront per il Comune) di portarle sui controviali per favorire il ritorno al doppio senso di circolazione. —
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