Corsi di vela per lucro assolto il presidente
Corsi per il conseguimento della patente nautica ritenuti attività commerciale a scopo di lucro. A processo è finito il presidente dell’Associazione velica dilettantistica Windsurfing Marina Julia, Gabriele Bonetti, per esercizio abusivo della professione. L’uomo, rappresentato dall’avvocato Riccardo Seibold, ha scelto il rito abbreviato. Ed è stato assolto dal Tribunale di Gorizia, perchè il fatto non costituisce reato.
Certo che con il senno del poi l’associazione velica se ne sarebbe ben guardata dall’avviare la formazione, peraltro sollecitata proprio dalla Federazione italiana della vela. Sulla scorta della nomativa vigente all’epoca, il Dpr 431 del 9 ottobre 1997 in ordine al regolamento sulla disciplina delle patenti nautiche, aveva infatti inviato alle associazioni sportive specifiche missive, al fine di implementare l’attività. Il direttivo della Windsurfing Marina Julia aveva così aderito all’invito.
I corsi erano stati sostenuti per due anni, nel 2012 e nel 2013, avvalendosi dei volontari dell’associazione. Salvo bloccarli a seguito dell’intervento della Guardia di finanza.
Lo scorso 5 marzo, dunque, Bonetti è stato assolto. La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Concetta Bonasia.
Quei corsi erano stati approvati dal direttivo proprio in virtù dell’avvicinamento di nuovi appassionati alla disciplina velica, effettuata a fini ludico-ricreativo. Un nuovo servizio e un’ulteriore opportunità di promozione sportiva, che aveva permesso di conseguire risorse economiche utilizzate per l’acquisto di un furgone da mettere a disposizione degli atleti in occasione degli spostamenti nelle sedi programmate per affrontare le regate.
Finché, a seguito di alcune segnalazioni, s’era presentata la Guardia di finanza. Aveva eseguito anche dei sequestri, contestando la natura dei corsi, ricondotta ad un’attività commerciale. Nell’ambito dell’ipotesi di accusa rientrava anche la mancanza di requisiti necessari per la formazione finalizzata al conseguimento della patente nautica, in base al decreto ministeriale 317 del 1995. Ma l’uomo ne è uscito a testa alta. Corsi legittimi, nessuna attività abusiva.
La difesa, da parte sua, aveva sostenuto che il presidente non aveva avuto alcun ruolo effettivo nell’ambito dell’organizzazione dei corsi, che erano stati approvati dal direttivo. La nuova attività di formazione era comunque stata avviata nell’ambito della normativa allora vigente, e sostenuta dalla Federazione italiana della vela che considerava l’iniziativa un’occasione per promuovere la disciplina sportiva.
Alla base di tutto, sempre secondo quanto sostenuto dalla difesa, ci sarebbe stata presumibilmente una questione di interpretazione della normativa troppo restrittiva da parte degli inquirenti che avevano individuato nel servizio di formazione un altro fine, quello appunto economico-commerciale, dovuto ad un aumento di nuovi iscritti legato allo specifico corso di formazione.—
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