Corsa alle tessere, in Fvg la Cisl supera la Cgil

Storico sorpasso nei primi mesi del 2015: il sindacato di Giovanni Fania “batte” quello di Franco Belci per 4mila iscritti. Il trend è costante

TRIESTE. «Prendo atto», dice Franco Belci senza apparente turbamento. «Non è una gara», osserva con aplomb Giovanni Fania. Fatto sta che per la prima volta nella storia del sindacato in Friuli Venezia Giulia la Cisl è in corsia di sorpasso e la Cgil non riesce a evitare di vedere il “nemico” davanti. Di un’incollatura, ma davanti.

Solo un trend, al momento. I conti si faranno realmente a fine anno. Anzi, il segretario regionale della Cgil rimanda il verdetto «a quando il governo Renzi disporrà per legge la certificazione degli iscritti». Ma i numeri certificano che, a metà 2015, la Cisl è il sindacato con più iscritti in regione. A fine 2014, del resto, le differenze erano già minime. Stando ai dati pubblicati nei siti nazionali, che riportano le iscrizioni regione per regione, la Cgil aveva subito un calo del 3,2% rispetto al 31 dicembre 2013 ed era passata da 110.855 a 107.329 tessere. La Cisl al contrario, in crescita dello 0,5%, era salita da 106.145 a 106.679 iscritti. Uno scarto ridotto a 650 unità colmato in pochi mesi. Il trend, infatti, è decisamente diverso nel primo semestre 2015. Da un lato la Cgil informa di un -2,6%, dall’altro la Cisl ribatte con un +2,2%. Percentuali in contrasto che ribaltano la situazione: la Cgil viaggia verso quota 105mila, la Cisl verso 109mila. Le reazioni sono però “sportive”.

Belci, premettendo l’assenza di ogni polemica, si limita ad alimentare il dubbio che «i riferimenti possono essere diversi» e a rilevare che «un lavoratore a tempo determinato per tre mesi che si iscrive alla Cgil non viene conteggiato anche l’anno successivo». Ma ammette che sì, la Cisl sta davanti: «I numeri non si contestano. Il nostro impegno sarà ora quello di recuperare iscritti, un’azione che solitamente si concretizza proprio nella seconda metà dell’anno. “Autunno caldo”, del resto, non è solo un modo di dire». Dopo di che Belci non dimentica di rilevare l’opportunità di rendere omogenea la conta degli iscritti: «La certificazione è un’operazione che il governo potrebbe e dovrebbe rendere possibile per via legislativa. Sarebbe un provvedimento lungimirante, tutto il contrario di altre due iniziative in cantiere, che limiterebbero pericolosamente la libertà sindacale». Il riferimento è ai nuovi limiti per la proclamazioni degli scioperi, «incostituzionali» secondo il segretario regionale della Cgil, e alla riforma della contrattazione. «Se vogliamo tutelare i giovani ed evitare il precariato – incalza ancora Belci – lo possiamo fare solo con i contratti nazionali».

Sindacalisti “a nudo” sul web dopo lo scandalo stipendi
Una manifestazione della Cgil

Il calo degli iscritti Cgil è peraltro un fenomeno nazionale. Come svelato da Repubblica, nei primi sei mesi dell’anno il principale sindacato italiano (5,6 milioni di iscritti contro i 4,3 milioni della Cisl a fine 2014) ha perso oltre 700mila iscritti (-13%), anche se rispetto al 30 giugno di un anno fa il deficit è più limitato (-2,2%). «Io sono soddisfatto di come vanno le cose da noi e non esulto se gli altri sindacati sono in difficoltà, ben sapendo che le tessere vanno e vengono», commenta Fania. «Sono stati anni difficili tra crisi e legge Fornero – aggiunge il segretario della Cisl Fvg – ed è confortante verificare che il sindacato confederale italiano è il più rappresentativo d’Europa. Le nostre, in ogni caso, sono cifre sicure. Da tre anni ogni iscritto Cisl possiede una tessera elettronica legata al codice fiscale, un sistema che consente la regolarità dei conteggi».

Di crisi e di Fornero parla anche Giacinto Menis della Uil: «Nonostante questi ostacoli abbiamo un trend positivo». La Uil è in effetti passata nel 2014 a 33.741 iscritti contro i 33.233 del 2013. Un +1,5% che si punta ad avvicinare a fine 2015: «Come negli ultimi anni, se perdiamo qualcosa sui pensionati, stiamo crescendo sugli attivi. Quanto meno andiamo verso il pareggio, ma contiamo di chiudere l’anno con un altro piccolo progresso». Per l’Ugl è invece impossibile, con gli uffici romani chiusi, aggiornare l’andamento delle iscrizioni (di cui il sito nazionale non dà tra l’altro riscontro). «La nostra è una situazione di tenuta – fa sapere il segretario regionale Matteo Cernigoi –. Continuano a essere sempre più numerose in particolare le iscrizioni allo sportello Ale, associazione lavoratori in emergenza, condotto da Roberta Vlahov. A testimonianza che il precariato rimane un’emergenza. E anche il terziario dà segnali di crescita».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo