Corsa alle pillole low cost nelle farmacie slovene
TRIESTE. Pillole anticoncezionali, farmaci contro l'impotenza, ormoni per la fecondazione assistita. In Italia le medicine non rimborsabili, inserite nella cosiddetta “fascia C”, costano anche il doppio rispetto alla Slovenia e da anni le farmacie d'oltreconfine sono meta dei frontalieri della ricetta, che risparmiano approfittando della vicinanza delle “lekarne” di Capodistria, Sesana, Scoffie e Cosina. Da qualche tempo l'interesse si è allargato ben oltre il Friuli Venezia Giulia, grazie al tam tam su internet dei forum di discussione dedicati alla procreazione in vitro, le cui utenti si scambiano informazioni sulla convenienza dei prodotti da assumere prima e dopo l'impianto: la differenza di prezzo è irresistibile e non manca chi organizza un weekend tra Fvg e Slovenia, con tappa imprescindibile per farne scorta in farmacia.
In Italia, una confezione di Gonal-f 900 costa infatti ben 462,88 euro, contro i 316,68 della Slovenia: un terzo in meno, così come il Gonal-f 300, venduto a 154,29 euro nelle farmacie nostrane e a 103,26 euro in quelle slovene. Dieci fiale "italiane" di Meropur 75 costano infine 265,72 euro, ma oltre confine si trovano a 187,55.
Il fenomeno interessa i medicinali di classe C e C bis, ovvero quelli che si possono acquistare dietro presentazione di ricetta bianca o senza prescrizione, qualora si tratti di farmaci da banco. Comprarli in Slovenia è semplicissimo: si tratta di un Paese comunitario e le ricette firmate dai medici italiani vengono accettate senza problemi. Le lekarne rilasciano pure lo scontrino con l'indicazione del codice fiscale del cliente italiano, sebbene l'esperienza racconti l'odissea di chi tenti di scaricare dalla dichiarazione dei redditi le spese farmaceutiche sostenute all'estero (vedi articolo a fianco).
I medicinali sono identici, anche nella confezione, ma sono meno cari perché le case farmaceutiche fissano le tariffe sulla base del costo della vita dei singoli Paesi, esattamente come fanno le multinazionali della sigaretta e del cheeseburger. Non esiste insomma un prezzo europeo e succede così che la Slovenia risulti molto attrattiva per chi abita nelle nazioni confinanti.
Al di là del caso eclatante dei prodotti legati alla fecondazione assistita, dove il risparmio vale un viaggio apposta, la questione riguarda soprattutto gli abitanti di Trieste e Gorizia. L'immancabile visita mordi e fuggi “in Jugo” - come dice ancora qualcuno - per fare il pieno di benzina, sigarette e carne, si accompagna sempre più spesso alla puntata in lekarna. In perfetto italiano, la gentile farmacista di Skofje racconta che «la maggior parte dei clienti viene dal vostro Paese: soprattutto chi abita qui vicino, ma a volte arriva qualcuno da più lontano, dopo aver ordinato i medicinali al telefono».
Gli italiani comprano di tutto: «Dal pantoprazolo per l'acidità di stomaco al generico del Viagra. I giovani magari acquistano la pillola anticoncezionale, gli anziani gli integratori con omega 3, la cardioaspirina o qualche antireumatico in gel», sorride. I prezzi sono in effetti più che invitanti. In Slovenia la pillola Yaz è venduta a 7,68 euro: meno della metà dei 16,95 italiani. E si risparmia molto anche sulle compresse dell'amore: otto pastiglie di Vizarsin 50 (il generico del Viagra) si comprano a 23,62 euro contro 82, mentre otto confetti di Cialis 20 si portano a casa con 95 euro invece di 128,4. Cambiando decisamente genere, un ansiolitico come il Lorans 2,5 costa infine 4 euro: in Italia 9,45.
La musica è ben diversa nel caso dei farmaci da banco, il cui prezzo ha visto in Italia un livellamento al ribasso dovuto alla concorrenza tra farmacie tradizionali, parafarmacie e punti vendita nei supermercati: Aspirina, Brufen e Voltaren Gel costano così quanto in Slovenia, se non di meno. La convenienza svanisce del tutto per il settore cosmetico: a parità di marca, creme idratanti e protezioni solari risultano sempre più economiche nei punti vendita italiani.
I mancati incassi non destano ad ogni modo particolari apprensioni tra i farmacisti triestini. Il presidente dell'Ordine, Marcello Miani, è titolare di una farmacia proprio a Basovizza, a pochi metri dal confine: «Siamo l'ultima possibilità che ti resta prima di andare a comprare di là», scherza. Per Miani «il fenomeno non incide particolarmente sul nostro mercato, perché i consumatori sono attenti e legati al rapporto con il farmacista. Attenzione però a non considerare il costo più basso della medicina come una ragione per abusarne: dopo l'introduzione dei prodotti generici in Italia, la possibilità di acquistare psicofarmaci a prezzi inferiori ne ha ad esempio provocato il maggiore utilizzo. Non è un buon segnale».
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