Corsa al pieno, lunghe file in Slovenia
di Matteo Unterweger
Ore 10.45 di sabato. Alla stazione di servizio della Petrol, in territorio sloveno poco oltre l’ex valico di Basovizza, le cinque pompe di benzina disponibili contano ognuna una fila di auto in attesa. Almeno cinque veicoli ciascuna: 25 mezzi pronti a fare rifornimento. Uscito uno, a pieno effettuato, un altro arriva e si piazza in coda. All’interno, le due addette alle casse ammettono: «Più clienti ancora da qualche giorno? Lavoro c’è. E si vede». Già, si vede.
Mezz’ora più tardi. Giusto il tempo di percorrere la strada e raggiungere l’Omv di Rabuiese. L’impianto è poco oltre il confine, sempre in Slovenia. Qui di automobili pronte a saziarsi di carburante ce ne sono ancora di più: sette le pompe a cui attaccarsi. Una quarantina i veicoli e il viavai non si spegne affatto nel giro di pochi minuti. Qualcuno segnala che l’altro distributore Omv, sul versante opposto dell’autostrada, è chiuso per lavori e anche per questo motivo la mole di affari del punto pienamente funzionante sta registrando un’impennata in questi giorni. Manca un dettaglio, che accomuna le due stazioni di servizio: il 90% dei mezzi ha targa italiana.
La corsa al pieno in Slovenia è ricominciata e qualcuno l’aveva messo in preventivo, collegandolo all’aumento dei prezzi dei carburanti in Italia, innescato dall’incremento delle accise su benzina e gasolio (che ha determinato un ritocco nei prezzi stessi rispettivamente di +8,2 e +11,2 centesimi al litro) stabilito - con immediata esecutività - dal decreto “salva-Italia” del governo Monti. «Sono venuto qui perché costa meno, è chiaro», sorride un avventore all’Omv di Rabuiese. Sui 40 litri un pieno di benzina verde (95 ottani) in Slovenia costa al momento 52,80 euro, al prezzo - che ogni 14 giorni viene fissato a livello nazionale nella vicina Repubblica - di un euro e 32 centesimi al litro. A Trieste, invece, la cifra oscilla: nei giorni scorsi, prendendo ad esempio il 7 dicembre, dai dati ufficiali della Regione in media per gli stessi 40 litri si sono spesi 56,86 euro (con punte potenziali da 61,36 euro), sconto regionale da 0,210 euro al litro incluso. Quanto al diesel: 50,76 euro per 40 litri in Slovenia mentre a Trieste mediamente 59,38 - con picco possibile di 63,96 euro - per la medesima quantità (sempre conteggiando la riduzione regionale, in questo caso da 14 centesimi per litro). Ma in alcuni casi, la distanza si è ridotta avvicinandosi sostanzialmente.
La preoccupazione fra i benzinai triestini è diffusa. «Abbiamo già notato un minore afflusso ai nostri distributori - fa il punto Roberto Ambrosetti, presidente provinciale della Figisc Federazione italiana gestori impianti stradali carburante - anche se l’8 dicembre era una giornata festiva (quindi non tutti gli impianti erano operativi, ndr). Ora attendiamo di capire cosa succederà. Si tratta di un’altra mazzata per la categoria. Chiederemo un intervento alla Regione per un aumento degli sconti sui carburanti. Anche se la stessa Regione è in difficoltà per i tagli applicati dal governo». Una situazione d’affanno per i benzinai triestini che si ripete: «Dopo mesi e anni di lotta...», aggiunge con amarezza Ambrosetti. Che evidenzia poi: «Abbiamo verificato che le differenze non sono così elevate ma la gente guarda anche il centesimo ormai. E non possiamo certo sindacare sui risparmi dei cittadini». Una lettera congiunta con i colleghi goriziani è in fase di definizione e invio alla Regione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo