Corsa ai cuccioli sequestrati: 200 richieste d’affidamento a Staranzano

STARANZANO. Sono circa 200 le richieste di affidamento temporaneo che l’associazione La Cuccia ha ricevuto per i cuccioli di cane oggetto di sequestro da parte della Guardia di finanza di Gorizia e accolti nel rifugio di Dobbia il 23 febbraio. Non tutti i 45 cagnolini comunque ce l’hanno fatta, perché 11 dei più piccoli, nonostante le cure prestate dai volontari con il supporto dei veterinari, sono morti. Nella giornata di sabato, però, rispettando le misure di sicurezza imposte dall’emergenza coronavirus, in 16 sono stati consegnati alle famiglie affidatarie.
«Le richieste sono state portate sia di persona, nel giorno che era stato individuato, all’inizio di marzo – spiega la presidente de La Cuccia, Laura Grassi –, sia poi inviate tramite mail». Una scelta che l’associazione ha effettuato per rispondere a quanti non avevano potuto recarsi in sede il 4 marzo, allargando quindi la platea dei possibili assegnatari che, però, non è finita fuori controllo.
«Visto l’interessamento e il passaparola sui social di fine febbraio – afferma Laura Grassi – ci aspettavamo di essere travolti dalle domande. Per fortuna così non è stato, credo causa il momento che rende tutto più complicato nel caso di cuccioli bisognosi di attenzioni e di cure». I cagnolini, provenienti dall’Europa dell’est a bordo di un furgone e non destinati a quanto sembra al mercato italiano, erano (e sono) dotati di microchip, ma l’età riportata sui certificati non corrispondeva a quella effettiva.
I cuccioli che hanno trovato accoglienza alla Cuccia, come gli altri 150 distribuiti tra due strutture di Udine e Trieste, avevano al momento del sequestro, avvenuto a ridosso del casello autostradale di Villesse, dalle 4 settimane a un massimo di 2-3 mesi. I primi a essere affidati sono stati quindi i 16 animali più grandicelli e nelle migliori condizioni di salute che, comunque, sono stati accolti da famiglie senza cani, in un contesto privo di rischi per altri quattro zampe.
Per gli altri 18, che dovranno condividere la loro nuova casa con uno o più “fratelli maggiori”, l’associazione sta attendendo dall’Azienda sanitaria il nullaosta sanitario all’affidamento. «Dobbiamo essere sicuri, a fronte della loro destinazione, che i cuccioli non trasmettano infezioni agli altri animali di casa - sottolinea la presidente de La Cuccia -. Speriamo, comunque, di poterli dare in consegna quanto prima, perché prima si arriva alla sistemazione più si evitano i rischi dell’eventuale trasmissione di parassiti e infezioni tra i piccoli».
I più grandi e nelle migliori condizioni di salute erano una decina in tutto tra bulldog francesi, samoiedo (più un alano e un bulldog inglese), mentre gli altri, tra i quali ci sono volpini, bassotti, barboncini, maltesi, schnauzer, hanno da subito dovuto essere sistemati nei box al chiuso e riscaldati. Per l’associazione la cura dei cagnolini ha richiesto e sta richiedendo uno sforzo straordinario, anche in termini di risorse economiche. «Abbiamo ricevuto conferma della generosità di molte persone – afferma Grassi –, ma le spese che stiamo fronteggiando sono davvero elevate».
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