Corsa a 4 per il dopo-Nesladek a Muggia

Il Pd s’interroga in vista delle elezioni 2016. Nessuna “quadra” per ora. E non è affatto da escludere l’ipotesi delle primarie
Di Riccardo Tosques
Silvano Trieste 16/05/2011 Elezioni a Muggia
Silvano Trieste 16/05/2011 Elezioni a Muggia

MUGGIA. Chi sarà il successore di Nerio Nesladek? A un anno dalla conclusione del secondo e (per legge) ultimo mandato del sindaco medico, il centrosinistra muggesano sta iniziando a interrogarsi e a muoversi. I nomi che stanno circolando tra le calli sono diversi. E l'ipotesi delle primarie non è da scartare.

Parapat

Un tecnico che si è prestato alla politica. Valentina Parapat si definisce così. E in effetti il suo modo di apparire è quasi sempre dietro le quinte. «Lavoro, non è che non lavori, però preferisco non comparire molto, neanche sui giornali», spiega Parapat. Classe ’68, laureata in Economia, ex segretaria del Pd muggesano, l'assessore a Bilancio e Personale per ora frena su una sua possibile candidatura. «Mi fa molto piacere che circoli anche il mio nome, ma direi che è davvero prematuro parlare di candidati. Dobbiamo creare una squadra, creare delle alleanze e soprattutto confezionare un programma serio e puntuale». Parapat evidenzia ancora come «nessuno ufficialmente si sia mai espresso su chi correrà come candidato sindaco, un argomento importante di cui bisogna ancora discutere molto».

Bassa Poropat

Rimane comunque una sensazione: chi correrà per diventare primo cittadino in area Pd molto probabilmente sarà donna. Motivo per il quale l'altro nome che circola insistentemente è quello della attuale presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Classe 1946, laureata in Psicologia, Bassa Poropat mette ampiamente le mani avanti: «Fa indubbiamente piacere che si stia facendo anche il mio nome, ma devo dire che sono fortemente impegnata a concludere il mio mandato in Provincia e soprattutto ad accompagnare questa difficile riforma degli enti locali». Poropat comunque punta molto su Muggia: «Lavorerò sicuramente a livello politico affinché vi sia un rafforzamento della lista civica sul territorio, ovviamente sempre all’interno della coalizione di centrosinistra».

Decolle

Certo, se non ci dovesse essere una donna a guidare il Pd, il primo nome sulle bocche di tutti è quello di Stefano Decolle. Classe 1965, geometra, assessore a Lavoro, Commercio, Turismo, Polizia locale, Protezione civile, Decolle è per molti l'uomo che in questi quattro anni ha conseguito il maggior consenso a 360 gradi da parte dei muggesani. Compresi quelli non legati al Pd. «È buona norma che un partito per trovare un candidato sindaco ragioni su una persona in grado di raccogliere il maggior consenso possibile in base alla sua persona in primis, ma anche a fattori quali l'esperienza, il proprio operato, il modo di relazionarsi con i cittadini», spiega Decolle. Ma allora Decolle sarebbe pronto a candidarsi? «Il Pd dovrà ragionare con calma. Personalmente io sarei disposto a candidarmi, ma dipende da come Muggia si vorrà approcciare. Se la città si vuole riscoprire come comune europeo e vuole aprire i propri orizzonti ritengo che le condizioni sarebbero interessanti. Se Muggia invece vuole rimanere chiusa nei propri confini allora non avrei certo lo stesso sprint». Ad ogni modo per Decolle il nome non arriverà prima della chiusura del Piano regolatore.

Bussani

L’ultimo nome papabile per il post Nesladek è quello di Francesco Bussani. Classe 1976, laurea in Lettere moderne, Bussani è l'attuale segretario del Circolo muggesano del Pd. «Attualmente un nome del Pd non c’è, ci stiamo ragionando, e posso dire che i tempi sono sicuramente maturi per sondare il terreno», racconta Bussani. In questi giorni i renziani muggesani stanno costituendo dei gruppi di lavoro per la realizzazione dei vari punti che andranno a formare la base del prossimo programma elettorale. “«Abbiamo deciso di aprire la sede al pubblico ogni mercoledì dalle 18 alle 19. Vedo che c'è fermento, ma per ora niente nomi», aggiunge il giovane segretario. Bussani, infine, non esclude le primarie: «Se non dovessimo convergere su un nome è evidente che essendo un partito democratico di nome e di fatto saremo pronti ad utilizzare lo strumento delle primarie per far scegliere ai cittadini».

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