Coronavirus, Trieste "maglia nera" del Fvg: è a livello del Piemonte. Nuovi positivi sempre più su da settimane

Dati nel capoluogo giuliano in controtendenza rispetto al resto della regione, dove si assiste a una frenata. A Nordest peggio solo Trento e Bolzano
Bonaventura Monfalcone-18.04.2020 Tamponi-Casa di riposo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.04.2020 Tamponi-Casa di riposo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

TRIESTE Trieste in emergenza. Il tempo passa e in città la curva non cala. I nuovi contagiati nell’ultima settimana sono anzi addirittura i più numerosi di sempre, mentre nel resto del Friuli Venezia Giulia il calo dei nuovi positivi è in atto ormai da 15 giorni. Il capoluogo regionale è in netta controtendenza e nel rapporto tra ammalati e numero di residenti Trieste risulta la terza peggiore del Nordest, attestandosi su livelli sovrapponibili a quelli del Piemonte, considerato nuova emergenza nazionale dopo la Lombardia.



Sempre più contagi


A dare un minimo di sollievo è il fatto che nella provincia giuliana l’aumento dei decessi si sia ridotto nelle ultime due settimane, ma Trieste attende il decorso di chi ha contratto il virus nei tempi più recenti. Si tratta purtroppo di un gran numero di casi, posto che la curva in città non accenna a diminuire, ma continua a crescere in modo preoccupante, per colpa dei contagi nelle residenze per anziani e dei casi di infezione riscontrati negli ospedali. Non si spiegano altrimenti i 650 contagiati delle ultime tre settimane, emersi da fine marzo in poi e dunque successivamente ai 14 giorni di incubazione seguiti al lockdown del 9 marzo.



Sono 229 i nuovi positivi dell’ultima settimana a Trieste. Mai un aumento così alto registrato sul territorio provinciale da inizio epidemia, ma sono d’altronde cresciuti in parallelo i tamponi effettuati sugli ospiti delle residenze. Pur con tutti i limiti dovuti all’ignoranza sul numero reale di contagiati mai sottoposti a tampone (a livello nazionale gli esperti parlano anche di dieci volte in più dei positivi registrati), il conteggio settimanale è un dato più stabile di quello giornaliero, che oscilla in base al numero di test effettuati e ad un certo grado di casualità.



Due destini diversi


Nel resto della regione la curva è in discesa e a livello nazionale si discute di ripresa e fase 2, ma dalla settimana compresa fra 5 e 11 aprile le cose a Trieste si complicano: i nuovi casi registrati in quella finestra sono 221, contro i 111 di Udine. Da quel momento Trieste continua a crescere e imbocca una strada diversa rispetto al resto della regione, a causa della più alta densità di popolazione, dell’anzianità della stessa e della presenza di numerose case di riposo inadeguate a gestire l’emergenza.

E mentre il Friuli vede le cifre calare di giorno in giorno, fino a riscontrare solo 41 nuovi casi nell’ultima settimana, a Trieste la curva continua a viaggiare spedita verso l’alto: +199 casi nella settimana a cavallo tra marzo e aprile, +221 tra 5 e 11 aprile, +229 nei sette giorni appena trascorsi. Tre settimane di crescita costante e anzi sempre più marcata, mentre nello stesso periodo il resto della regione va verso un’apparente normalizzazione. Solo all’inizio Trieste si era mantenuta su livelli più bassi della provincia di Udine, ma da fine marzo il capoluogo sorpassa il Friuli anche in termini assoluti, pur avendo la metà dei residenti. In provincia di Udine si riscontrano anche molti meno decessi, se Trieste conta la metà delle 220 morti avvenute in regione al 18 aprile.



Una provincia piemontese?

Trieste sembra più simile a una provincia del Piemonte e dell’Emilia Romagna, con un’incidenza di contagiati e deceduti più alta di tutti i territori del Fvg e Veneto. Solo Trento e Bolzano fanno peggio a Nordest. Trieste conta lo 0,47% dei residenti contagiati: a Udine e Pordenone sono lo 0,17%, a Gorizia addirittura lo 0,09%. Impietoso anche il confronto del rapporto tra morti per coronavirus e abitanti: un tasso più che doppio rispetto alla media regionale e più che quadruplo rispetto al Friuli.

Da luoghi di cura a focolai del contagio: ecco come è esplosa a Trieste l'emergenza coronavirus nelle case di riposo
L'evacuazione degli ospiti alla casa di riposo La Primula (Lasorte)


Nel Nordest Trieste è sopravanzata da Trento e Bolzano, rispettivamente con lo 0,63% e lo 0,44% dei contagiati fra i residenti. In Veneto l’area più martoriata è Verona, i cui 3.880 positivi sono comunque lo 0,42% degli abitanti. Lo 0,47% triestino assomiglia molto di più alla situazione riscontrabile nelle parti più colpite dell’Italia settentrionale, dove il Piemonte registra uno 0,47% di cittadini contagiati e l’Emilia Romagna arriva allo 0,50%: territori che segnano però un tasso di mortalità leggermente più alto di quello triestino. Nemmeno paragonabile la Lombardia, con lo 0,65% dei residenti ammalati.



Quanti morti da Covid?

Trieste contava 111 morti al 18 aprile ma, come nel resto d’Italia, i deceduti da coronavirus sono sicuramente di più. Le analisi sui dati condotte nelle scorse settimane dimostrano che a livello nazionale sono migliaia i decessi di persone che, pur avendo contratto il Covid-19, non sono mai state “tamponate” e quindi non rientrano nelle statistiche.

Per quanto riguarda Trieste, nel mese di marzo l’Anagrafe comunale ha registrato il 36% di decessi in più: 85 morti in più delle 232 del marzo 2019, ma solo 60 erano sono state le morti attribuite al coronavirus. La buona notizia è che si tratta di un balzo in avanti più basso di altre città italiane, se si considera il +77% dei decessi a Genova o il +44% a Trento, per non parlare del quasi +200% di Brescia o del +340% di Bergamo. La cattiva notizia è che un buco nei dati esiste anche a Trieste e lo si può desumere anche di primo acchito, se soltanto nelle residenze triestine La Primula e Hotel Fernetti si registrano 13 persone non sottoposte a tampone, ma scomparse proprio nei giorni precedenti all’ufficializzazione dei focolai da parte delle strutture. —






 

Riproduzione riservata © Il Piccolo