Coronavirus, termometri laser in azione all’aeroporto di Ronchi dei Legionari

L’esordio delle misure con l’approdo, alle 12.25, del volo da Monaco di Baviera In campo il personale della Croce rossa, allestito un ambulatorio attrezzato
Bonaventura Monfalcone-05.02.2020 Controlli per il coronavirus-Aeroporto Fvg-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.02.2020 Controlli per il coronavirus-Aeroporto Fvg-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Con l’atterraggio, ieri (mercoledì 5 febbraio) alle 12.25, dieci minuti prima dell’orario previsto, del volo Lufthansa proveniente da Monaco di Baviera, sono scattate, anche all’aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari, le rigide misure di controllo previste dal “protocollo coronavirus”.

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Il tutto secondo quanto definito dall’unità di emergenza sanitaria per contrastare la diffusione del virus e recepito anche dalla Regione. Sul primo volo al quale è stata applicata la procedura c’erano 53 passeggeri, risultati tutti negativi al controllo della temperatura corporea, che deve essere inferiore ai 37 gradi e mezzo, misurata con l’utilizzo di due termometri laser scanner. Nessun cinese sul velivolo della compagnia tedesca.

I passeggeri, che, va detto, hanno accettato senza problemi di sorta l’intervento dei sanitari della Croce rossa italiana, vengono fermati nella zona arrivi da due infermieri dotati di equipaggiamento di sicurezza, quindi speciali tute e copricapi, controllati in pochissimi secondi e lasciati uscire dallo scalo. Solo se vi fosse la necessità, ovvero se la temperatura corporea dovesse destare sospetti, la procedura sarebbe accompagnata dalla verifica degli spostamenti e dei contatti avuti nei giorni precedenti.

All’aeroporto stesso, accanto alla palazzina arrivi, è stato allestito uno speciale ambulatorio attrezzato ed è stata parcheggiata un’ambulanza dotata di barella speciale di biocontenimento che consente ai sanitari di non entrare in diretto contatto con il paziente. Barella che è in dotazione all’ospedale di Udine già dai tempi dell’emergenza Ebola. Da qui, per verificare ancora meglio lo stato di salute ed attuare tutte le procedure necessarie, eventuali casi sospetti verrebbero trasportati al reparto di infettivologia degli ospedali di Trieste o di Udine.

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I controlli, che proseguiranno a oltranza, riguardano i voli europei ed extraeuropei in arrivo, quindi per Ronchi dei Legionari i 26 collegamenti settimanali da Monaco di Baviera, Londra Stansted, Valencia e Malta. Agli stessi passeggeri il personale della Croce rossa italiana, presente con infermieri, soccorritori e un medico, consegna anche uno speciale depliant informativo sulle operazioni in corso. Tutti hanno offerto la loro collaborazione e hanno considerato la disposizione non invasiva. Fortunatamente nessuna protesta e nessun segno di insofferenza.

C’era chi arrivava dagli Stati Uniti, chi dalla Svizzera, chi dal Belgio e quasi tutti hanno raccontato di aver incrociato simili operazioni negli scali di partenza. «Abbiamo applicato le disposizioni offrendo tutta la nostra collaborazione – ha detto l’amministratore delegato di Trieste Airport, Marco Consalvo – ed ora stiamo pensando, controllando le specifiche con l’Ente nazionale per l’aviazione civile, di dotare anche l’aeroporto di Ronchi di uno scanner termografico, che potremmo attivare a breve.

Per il momento facciamo come ci ha detto il ministero con i termometri laser, mettendoci a disposizione se dovesse mutare il quadro della situazione». La stessa procedura dovrebbe essere applicata anche a eventuali collegamenti charter che dovessero atterrare nei prossimi giorni, provenienti da scali internazionali. 

 

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