Coronavirus, si dimettono i rappresentanti dei lavoratori italiani alla base di Aviano: «Disposizioni non rispettate»

Lo annunciano i sindacati Fisascat Cisl e Uiltucs Uil dello stanziamento militare degli Stati Uniti: «La decisione è maturata a seguito del mancato rispetto di DPCM, Decreti regionali e Protocollo per il rispetto delle regole in merito alla pandemia»
Caccia sulla pista della base Usaf di Aviano (Pordenone), da una settimana blindata e aperta eccezionalmente oggi, 25 marzo 2011, per due ore alla visita dei giornalisti di tutto il mondo. Attualmente la base di Aviano ospita circa 80 velivoli: gli F16 normalmente di stanza nella base friulana, gli F15 riposizionati dall'Inghilterra, gli F18 abilitati alla guerra elettronica e, dal 25 marzo, una decina di A10 anticarro. ANSA / STEFANO LANCIA
Caccia sulla pista della base Usaf di Aviano (Pordenone), da una settimana blindata e aperta eccezionalmente oggi, 25 marzo 2011, per due ore alla visita dei giornalisti di tutto il mondo. Attualmente la base di Aviano ospita circa 80 velivoli: gli F16 normalmente di stanza nella base friulana, gli F15 riposizionati dall'Inghilterra, gli F18 abilitati alla guerra elettronica e, dal 25 marzo, una decina di A10 anticarro. ANSA / STEFANO LANCIA

TRIESTE I rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori italiani all'interno della Base Usaf di Aviano (Pordenone) hanno deciso di dimettersi dal ruolo ricoperto: lo annunciano i sindacati Fisascat Cisl e Uiltucs Uil dello stanziamento militare degli Stati Uniti, ospitato nell'aeroporto Pagliano e Gori. «La decisione - si apprende da una nota delle organizzazioni per la tutela dei lavoratori - è maturata a seguito del mancato rispetto di DPCM, Decreti regionali e Protocollo per il rispetto delle regole in merito alla pandemia Coronavirus/Covid-19». «Le dimissioni giungono - informano i sindacati - dopo la denuncia presentata alla Prefettura, alla Regione e al Comando italiano dell'aeroporto: istanze che sono rimaste senza esito». Nei giorni scorsi c'era stata anche la proclamazione di uno stato di agitazione per la medesima motivazione, ma è dall'inizio dell'emergenza sanitaria che i sindacati denunciano la mancanza del rispetto del distanziamento sociale e lo scarso approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale.

Riproduzione riservata © Il Piccolo