Coronavirus, sette decessi sospetti da marzo tra gli ospiti della “Mater Dei” di Trieste

TRIESTE. Sono sette gli ospiti della casa di riposo “Mater Dei” morti in ospedale da metà marzo. La causa dei decessi, però, non è nota alla direzione della residenza polifunzionale. «Essendo a casa da un mese in quanto positiva – specifica il direttore Ilaria Favotti – non ho queste informazioni, che invece potrebbero avere i familiari delle vittime. Non so nemmeno se i sintomi fossero quelli del Covid-19 oppure no. Altro non mi sento di affermare, perché racconterei cose per sentito dire, che magari non sono corrette».
Una fonte vicina alla struttura fa sapere tuttavia che l’ospedale ha riferito a uno dei familiari di uno degli anziani deceduti che il suo congiunto sarebbe morto proprio di coronavirus. L’ospite aveva avuto sintomi quali «diarrea e febbre», e la situazione si era aggravata il 24 marzo quando, nel cuore della notte, aveva avuto un’insufficienza respiratoria. Era allora stato trasferito in ambulanza all’ospedale di Cattinara, dove aveva avuto anche uno scompenso cardiaco. Il tampone era risultato positivo. Da lì era stato poi ricoverato nel reparto di Geriatria del Maggiore, dov’è deceduto il primo aprile. Oltre ai sette decessi, ci sono stati altri sette ricoveri, di cui quattro per sintomi evidenti, poi risultati correlati al Covid-19 in seguito al tampone eseguito all’interno del nosocomio.
Il primo contagio risale a metà marzo, quando nella struttura era rientrata dall’ospedale una persona risultata poi affetta da febbre. Tuttavia non è possibile stabilire con certezza l’origine di quel contagio. All’interno della dimora comunque, che fa parte della Diocesi, ci sono anche altri ospiti, tra i 47 totali, che sono stati colpiti da febbricola e hanno fatto i tamponi quasi due settimane fa. Per il momento non è dato sapere quanti siano positivi.
Gli operatori invece, che si sono sottoposti al tampone ai primi di aprile, hanno già ricevuto il responso: su 28, 13 sono risultati positivi. In realtà i dipendenti sono 32, ma quattro erano già a casa per altri motivi. Anche la direttrice Favotti, come detto, ha contratto il coronavirus. «Fin dalla metà di marzo, con il primo caso, abbiamo immediatamente attivato il medico di base e soprattutto il Distretto 4 – spiegava ancora nei giorni scorsi – che, già da un mese, ci sta dando una mano nella gestione degli ospiti». Le precauzioni, da quello che emerge, erano state adottate subito. Gli anziani dispongono di camere singole, con telefono, dove vengono serviti colazione, pranzo e cena. Grazie poi a una ditta che si occupa di sanificazione e a una che fornisce il catering, è stato messo in piedi un sistema tale da consentire di continuare lo svolgersi normale della vita all’interno della casa di riposo. Sono altre quattro le strutture che fanno capo alla Diocesi: casa Livia Ieralla, le case albergo Domus Mariae e Maria Basiliadis, e la San Domenico. Tutte e quattro le strutture restano Covid-free.—
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