Coronavirus, scuole chiuse e figli a casa: rette scontate alle famiglie

Nel capoluogo i nidi, i Sis e i pasti cancellati saranno defalcati dalle bollette A Gorizia previsto l’alleggerimento dei costi totali fino a un massimo del 50%
Una delle scuole chiuse a Trieste
Una delle scuole chiuse a Trieste

TRIESTE «Nessuno dovrà pagare per un servizio del quale non sta usufruendo». L’assessore all’Educazione del Comune di Trieste Angela Brandi, con le scuole chiuse per l’emergenza coronavirus, sgombra il campo da ogni dubbio: «Alle famiglie dei bambini che frequentano i nidi (mille nei comunali più altri 200 nei convenzionati, ndr) e i Sis pomeridiani dalla retta verranno defalcate queste giornate di assenza forzata».

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Altro capitolo, che verrà gestito perseguendo lo stesso principio, riguarda la retta per la mensa scolastica. Ogni giorno, attraverso le società Dussman e Camst, il Comune di Trieste fornisce 10 mila pasti nelle scuole. «Anche in questo caso – spiega Brandi – per queste giornate di mancata fruizione della mensa non chiederemo un euro. Chi ha già pagato in anticipo il servizio per l’intero anno scolastico, si vedrà defalcare l’importo che fa riferimento a queste settimane dal versamento che farà per il prossimo anno. Per chi invece non usufruirà più del servizio mensa comunale, è previsto un rimborso entro la fine dell’anno scolastico».

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La macchina che “sforna” giornalmente i pasti ora si è fermata. Il Comune, in assenza della prestazione, non pagherà le società per queste settimane a fornelli spenti. Così come non verranno versate le rette relative a queste giornate alle strutture convenzionate. Un ente pubblico, fanno notare in Municipio, non può pagare per un servizio che non è stato fornito. Lo stesso Codice civile all’articolo 1463 prevede che, «nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione».

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«È una situazione unica, attendevamo indicazioni dal Comune per capire come muoversi anche con i bimbi che ospitiamo a regime non convenzionato», spiega Lara Timeus del nido “Mondo Incantato”: «Nella struttura abbiamo tre maestre ed è ovvio che i loro stipendi andranno versati». Un problema che non è indifferente a Brandi, che auspica che «nella manovra sul deficit vengano previste misure a sostegno di queste situazioni, così come per chi deve sostenere costi di baby-sitter».

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Anche a Gorizia, ovviamente, questi sono giorni di asili chiusi e di genitori alle prese con il non facile compito di conciliare la gestione dei figli con il lavoro. Anche per questo il Comune sta riflettendo sulle misure da adottare per cercare di venire incontro alle famiglie. Dal punto di vista prettamente economico il calcolo delle tariffe dei servizi educativi del capoluogo isontino prevede che, a seconda del numero di giorni in cui i bambini non usufruiscono del servizio durante il mese, il costo totale da pagare per i genitori cali fino a un massimo del 50%. E dunque un primo aiuto, in tal senso, c’è già.



«Per il resto, ovvero per misure più importanti e incisive per agevolare le famiglie, ci stiamo confrontando ma è prematuro sbilanciarsi», spiega l’assessore comunale al Welfare e ai Servizi educativi Silvana Romano, riferendosi alla possibilità di prevedere ad esempio rimborsi completi delle rette qualora la chiusura delle strutture per l’emergenza coronavirus si dovesse protrarre più a lungo, anche oltre la metà di marzo: «Dovremo sicuramente valutare la situazione anche con l’assessorato al Bilancio, per capire che tipo di margini di manovra esistano. In ogni caso credo che in questo momento, al di là del dato economico e del pagamento delle rette, il grosso problema delle famiglie sia la gestione dei figli con scuole e asili chiusi, ed essendo io stessa una nonna so bene quali sono le difficoltà. Penso soprattutto a tutti quei genitori che lavorano, anche da autonomi, e che magari non hanno parenti nelle vicinanze che possono supportarli». Intanto il Comune di Gorizia è già pronto a riaprire i suoi tre asili nido, le due scuole d’infanzia e le strutture dei servizi educativi pomeridiani al Centro Lenassi non appena sarà possibile. «Abbiamo sanificato tutti gli spazi e i giochi, uno per uno, per quando arriverà il via libera alla riapertura», conferma Romano. Stesse operazioni ovviamente hanno riguardato anche le scuole statali della città.—


 

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