Coronavirus, positivi a Gorizia il primario di Cardiologia e lo specialista della Medicina dello sport
Si tratta dei dottori Lardieri e Donana. Asugi rassicura: «Sono in buone condizioni». Sanificati i reparti ospedalieri
L’entrata del Pronto soccorso del San Giovanni di Dio con il container che fa da “filtro” (Bumbaca)
GORIZIA Dopo Pierino Boschian Bailo, direttore della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Polo di Monfalcone, il virus colpisce altri due noti professionisti che operano al San Giovanni di Dio, a Gorizia.
Si tratta del primario di Cardiologia Gerardina Lardieri e di Carlo Donada, numero uno (per parecchi anni) del reparto di Medicina a cui è stato recentemente affidato l’importante incarico di lavoro autonomo quale medico specialista in “Medicina dello sport” per l’area isontina.
Dopo un frenetico accavallarsi di indiscrezioni anche fuorvianti, conferme dirette arrivano dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina. Entrambi i medici sono in buone condizioni, sono a casa e monitorati costantemente. Non ci sarebbe alcun motivo di preoccupazione. «Il contagio - fa sapere l’ufficio stampa goriziano di Asugi - non è avvenuto negli ambienti ospedalieri, bensì all’esterno». Non si tratta cioè di una fonte “nosocomiale” e questo rende il quadro più tranquillizzante. «Del contagio di Donada sono venuto a conoscenza direttamente dall’interessato. Sta bene e auguriamo tutti una pronta guarigione sia a lui sia alla dottoressa Lardieri», sottolinea Antonio Poggiana, direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina. Che sta vivendo giornate convulse per organizzare al meglio i servizi sanitari, vista l’esplosione del numero di contagiati.
Una volta ufficializzata la positività al Covid-19 di Lardieri e Donada è scattato, immediatamente, il protocollo previsto in questi casi, con la sanificazione e l’igienizzazione dei reparti in cui i due professionisti lavorano, senza dimenticare l’effettuazione di tutte le operazioni anti-contagio previste e conseguenti. Inoltre, sono stati ricostruiti tutti i movimenti dei sanitari nell’ambito dell’opera di tracciamento. «Tutta la procedura, ampiamente codificata, è stata attivata e non c’è alcun rischio né per i pazienti né per gli altri operatori», aggiunge Daniele Pittioni, direttore medico-ospedaliero e responsabile dei due nosocomi. In questi casi, le Aziende sanitarie adottano le massime precauzioni e i controlli più accurati per evitare che il Covid-19 contagi, pericolosamente, i pazienti che, per definizione, sono soggetti deboli. Peraltro, già da parecchi giorni sono stati avviati sia al San Giovanni di Dio sia al San Polo controlli più stringenti alle entrate con l’impiego di guardie giurate che misurano la temperatura a tutti coloro che entrano nei nosocomi, distribuendo nel contempo gel igienizzante a profusione.
Nei giorni scorsi era emerso che risultavano essere assenti per Covid-19 quattordici dipendenti dell’Asugi (Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina). Di questi 14 otto erano e sono “nosocomiali”, ovvero hanno contratto il virus all’interno dell’ospedale e erano tutti concentrati al San Polo di Monfalcone mentre al San Giovanni di Dio di Gorizia non si registrava alcuna positività, ma il dato ancora non comprendeva il contagio del primario di Cardiologia. E i restanti sei, assenti per malattia, facevano e fanno parte del personale sanitario Asugi che ha contratto il morbo nell’ambiente familiare, perché erano già positivi la moglie o il marito, piuttosto che un figlio. Gli ospedali, insomma, non hanno nulla a che vedere con il virus.
«La situazione - rimarca Asugi - è e resta perfettamente sotto controllo» e «non ci sono motivi di cui essere preoccupati perché i protocolli sono stati rispettati alla lettera, con grande puntiglio». —
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