Coronavirus, pausa pranzo “affollata” in Regione Fvg. Russo si scusa, Zanin puntualizza

Il presidente d’aula: «Seduti a quei tavolini anche operai e altri clienti. Comunque un fatto spiacevole»
I consiglieri assiepati ai tavolini del bar del palazzo della Regione a Udine dopo i lavori del Consiglio
I consiglieri assiepati ai tavolini del bar del palazzo della Regione a Udine dopo i lavori del Consiglio

TRIESTE. «Ho sbagliato e mi dispiace», scrive Francesco Russo su Facebook. Un mea culpa esplicito quello del consigliere Pd, che si dice pure pronto a pagare la sanzione per aver utilizzato, come alcuni colleghi, sedie e tavolini all’esterno del bar della Regione a Udine. La foto diventata virale, e ripresa anche dai media nazionali, di una pausa pranzo non troppo anti-virus tra i lavori in auditorium Comelli ha infastidito più di qualcuno per il mancato rispetto delle regole dopo settimane in cui le regole sono state un bollettino quotidiano.

C’è la pausa pranzo in consiglio regionale e al bar nessuno rispetta le distanze
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Nessuno ha troppa voglia di parlare. Russo, nel post su Fb, spiega che, nel suo ruolo, «è giusto assumersi le proprie responsabilità: nel bene e nel male». E ricostruisce quanto successo mercoledì a Udine. «In pausa pranzo, io, come molti altri colleghi, abbiamo ordinato un panino “take away” – spiega –. Lo abbiamo ritirato, divisi in piccoli gruppi, e io l’ho mangiato da solo a distanza di sicurezza. Purtroppo ai sensi dell’ordinanza non c’era nessun posto sicuro in cui mangiarlo: non potevo tornare a casa (abito a Trieste), non potevo mangiarlo in ufficio (perché è sempre a Trieste) e nemmeno in aula perché anche lì c’è l’obbligo di tenere la mascherina alzata. L’unico modo per non trasgredire sarebbe stato non mangiare». Non una giustificazione, aggiunge il consigliere triestino. Perché «la politica deve essere ancora più rigorosa dei cittadini e se c’è una regola va rispettata».

Regola, in effetti, che la Regione stessa ha scritto, a firma di Massimiliano Fedriga, nelle ultime ordinanze. Nella numero 11 si legge «rimane sospesa ogni forma di consumo sul posto di alimenti e bevande», nella numero 12 si ribadisce il divieto a «consumare i prodotti all’interno dei locali e sostare nelle immediate vicinanze degli stessi». Sarà sembrata una piccola cosa ai diretti interessati, ma chi si è trovato costretto a pagare, per la stessa “disattenzione”, 400 euro di multa non l’ha presa bene. E lo ha scritto, con commenti feroci, sul web.

Qualche consigliere, fuori verbale, spiega che il bar di Palazzo “San e Nostran” svolgeva nell’occasione una sorta di servizio di mensa aziendale. Ma il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin ricorda che, seduti a mangiare, c’erano pure alcuni operai e che il locale, in realtà, «risultava aperto al pubblico». Eppure, è il rammarico, proprio Zanin aveva cercato di organizzare lo spuntino il meglio possibile. «In maniera pedissequa rispetto alle norme», puntualizza. Il resto «dipendeva dal senso civico di ogni consigliere. Quello che è accaduto è spiacevole – aggiunge –, ma ciò non deve togliere merito a consiglieri che hanno lavorato assiduamente in questo periodo difficile e che, dal caso di Gabrovec, non hanno contato un solo altro contagio». Si sono comportati bene, dunque, rimarca Zanin. E la prossima settimana ritorneranno per questo in piazza Oberdan. «Utilizzeremo anche il loggione per mantenere le distanze». —

m.b..

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