Coronavirus nelle regioni: in Fvg -40% di ricoverati in due settimane

Guida il Veneto con il -72%. La nostra regione resta quella meno colpita dal Covid a Nord per numero di casi rispetto agli abitanti. Stesso discorso per i morti, 26 ogni 100 mila residenti
Silvano Trieste 2020-03-31 Terapia Intensiva, Ospedale di Cattinara
Silvano Trieste 2020-03-31 Terapia Intensiva, Ospedale di Cattinara

TRIESTE Il numero dei ricoverati da Covid-19 in Friuli Venezia Giulia è calato del 40% in due settimane, appena sotto la media nazionale. In altre regioni del Nord, tuttavia, il peso sugli ospedali si è ridotto più velocemente nello stesso arco temporale. A partire dal Veneto che ha visto calare quel dato del 72%. Lo scorso 3 maggio, il giorno prima dell’avvio della fase 2, in Fvg si contavano 131 persone con sintomi da coronavirus costrette alla degenza, cui si aggiungevano 6 pazienti in condizioni da richiedere la terapia intensiva. Guardando l’aggiornamento di domenica 17 maggio della Protezione civile, i ricoverati erano scesi a 80 e le terapie intensive, dimezzate, a 3. Il confronto sulle due settimane indica quindi il –39,4%, un dato migliore di Abruzzo, Puglia, Piemonte, Lombardia, Campania, Sardegna, Lazio e Molise, dove il virus è più resistente e le ospedalizzazioni scendono meno rapidamente che altrove. Anzi, in Molise, unica regione italiana, addirittura salgono. Si è passati infatti da quota 9 a quota 13, numeri bassi, ma con un incremento che è conseguenza di un focolaio nella comunità rom di Campobasso. Ricostruendo gli spostamenti dei contagiati, si è scoperto che tutti avevano partecipato il 30 aprile a un funerale.



Il carico sugli ospedali diminuisce invece più velocemente, oltre che in Veneto, in Emilia Romagna, Umbria, Trentino Alto Adige, Marche e Sicilia, tutte regioni con segni meno superiori al 60%. In Fvg non sono comunque fortunatamente emersi fatti nuovi. Se la curva delle dimissioni dalle strutture è più lenta, i positivi non aumentano più di tanto, anche se rimane sotto osservazione la diffusione del virus nelle case di riposo. Dal 3 al 17 maggio la crescita dei casi totali è stata in valori assoluti di 119 unità, il +3,9% (contro il 4% nazionale). Con la Basilicata al +1,6%, meno di tutti, altre regioni del Nord, nelle due settimane della ripresa delle attività produttive, hanno dati più bassi del Fvg: il Trentino Alto Adige è al +2%, la Valle d’Aosta al +2,7%, il Veneto al +3,4%. Anche in questa fotografia il Molise è la regione peggiore. Il focolaio rom ha evidentemente inciso visto che l’incremento dei positivi è del 36,5%, vale a dire che più di un terzo dei casi molisani dall’inizio dell’emergenza si è registrato al via della fase 2. Tra il +9% e il +10% sono poi Liguria, Lombardia e Lazio.

Guardando all’aggiornamento al 17 maggio del totale casi rispetto alla popolazione residente, il Fvg resta la regione meno colpita del Nord. I contagiati sono 262 ogni 100.000 abitanti, molti meno della Valle d’Aosta (933), della Lombardia (843), del Piemonte (678), del Trentino Alto Adige (645), dell’Emilia Romagna (610), della Liguria (590) e del Veneto (386). I territori in cui il virus si è diffuso con maggiore difficoltà sono Basilicata, Sicilia e Calabria. Nel bollettino più tragico, quello dei deceduti, nelle due settimane prese in esame si sono contati in Fvg 22 morti, il +7,4% (+10,5% nel Paese). Anche in questo caso Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (+4,6%) hanno rialzi inferiori a quello della nostra regione. Il quadro peggiore è quello del Lazio (+22,4%), ma anche il Veneto (+18,3%) ha visto i decessi salire non di poco. Il Molise, stavolta, non preoccupa: dal 2 maggio non ci sono state vittime con tampone positivo al coronavirus. In Fvg da marzo sono morte 26 persone ogni 100.000, il dato più contenuto del Nord (Lombardia 154, Valle d’Aosta 113, Emilia Romagna 89). Da ieri è partito però un nuovo banco di prova. Con la riapertura di negozi, bar e ristoranti, l’addio all’autocertificazione, un movimento sostanzialmente libero sul territorio, per quanto tra mascherine e gel igienizzante, il distanziamento sociale dipenderà non più dalle imposizioni, ma dai comportamenti. —


 

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