Coronavirus, la Croazia riapre le frontiere all’Europa

Ingresso senza quarantena per affari o motivi urgenti. Transito consentito anche agli sloveni proprietari di case o barche
Un reparto di rianimazione dell’ospedale per le malattie infettive Dr. Fran Mihaljević di Zagabria. Foto da jutarnji.hr
Un reparto di rianimazione dell’ospedale per le malattie infettive Dr. Fran Mihaljević di Zagabria. Foto da jutarnji.hr

TRIESTE La Croazia nella lotta alla pandemia da Covid-19 da oggi entra nella fase 3 e consentirà ai cittadini dell’Unione europea di entrare nel Paese per affari o altri interessi economici, nonché per motivi personali urgenti, come ha confermato il ministro degli Interni Davor Božinović. Questi ha annunciato che i passeggeri ai valichi di frontiera non saranno sottoposto a quarantena e saranno informati delle raccomandazioni degli epidemiologi. Ha stimato che l’apertura della frontiera e la favorevole situazione epidemiologica faciliteranno anche gli accordi interstatali sulla ripresa del turismo. E, infatti, già da ieri pomeriggio i cittadini sloveni che possiedono beni immobili o natanti in Croazia possono attraversare il confine. All’ingresso in Croazia dovranno presentare un documento comprovante la proprietà, dovranno comunicare alla polizia di frontiera dove risiederanno e per quanto tempo, nonché il loro numero di telefono. E al rientro in Slovenia però finiranno in quarantena per 14 giorni.



La Croazia farà oggi, come detto, il terzo passo per allentare le misure fin qui adottate per combattere l’epidemia. Un massimo di dieci persone saranno autorizzate a radunarsi nei luoghi pubblici, i trasporti pubblici tra le contee saranno ripristinati, saranno aperti gli asili e le scuole elementari, così come i ristoranti e i centri commerciali.

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Ma a riprendere un volto di normalità non è solo la vita sociale, ma anche quella politica della Croazia. A muoversi con estrema decisione è il Partito socialdemocratico (Sdp) che sta all’opposizione e che ha iniziato le grandi manovre che condurranno il Paese alle elezioni politiche di luglio. L’obiettivo della Sdp è scalzare dalla guida del governo gli avversari di centrodestra dell’Hdz guidati dal premier Andrej Plenković, ripetendo la lusinghiera performance che gli ha portati a far salire al colle del Pantovčak come capo dello Stato il loro leader Zoran Milanović. Ma le presidenziali sono una cosa, le politiche un’altra. Lo sanno bene i socialdemocratici soprattutto ora al tempo del coronavirus quando il partito di governo dell’Accadizeta potrà sbandierare i propri successi nella lotta al Covid-19 con già oggi almeno una Regione coronavirus free come l’Istria e un’ottima situazione in Quarnero e Gorski kotar.

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Cosa fare allora? La Sdp ha scelto di dare vita a una coalizione di forze politiche da contrapporre al blocco di centrodestra. Insomma: l’unione fa la forza. E così è nata Restart, coalizione che oltre ai socialdemocratici, comprende pure Partito dei contadini croati (Hss), Alleanza civica liberale (Glas), Partito dei pensionati (Hsu) e Partito di attivismo nazionale e civico (Snaga).

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La coalizione Restart è convinta che l’Unione Democratica Croata al potere (Hdz) abbia portato il Paese sull’orlo della distruzione, quindi sta lavorando per rilanciare uno «Stato senza corruzione». Promette riforme nel settore giudiziario, dell’educazione e sanitario e misure per far crescere l’industria e le esportazioni. Il leader dei socialdemocratici, Davor Bernardić, ha sottolineato che oltre la metà dei membri dell’attuale governo di coalizione croato, guidato dalla Hdz, ha dovuto lasciare le proprie posizioni per sospetto di corruzione. I leader di Restart hanno confermato colloqui sulla partecipazione congiunta alle elezioni anche con altri partiti regionali come la Dieta democratica istriana. La campagna elettorale con la mascherina è iniziata –

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