Coronavirus, in tutte le scuole scattano i monitoraggi sugli spostamenti degli alunni fuori sede a Trieste

Presidi e insegnanti sono tenuti a seguire le istruzioni diramate dalle circolari del Miur. Il liceo Carducci-Dante ha sospeso le gite d’istruzione previste in Estremo Oriente

TRIESTE. «Non ci sono elementi di preoccupazione, ma l’allerta resta comunque massima». Insomma precauzioni sì, ma senza allarmismi. In tutte le scuole triestine i dirigenti scolastici stanno adottando le le misure di prevenzione indicate ministero dell'Istruzione in una circolare predisposta dal ministero della Salute. Il testo contiene le “Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”. Si tratta di informazioni di tipo igienico, con i contatti da chiamare in caso di sintomi. I dirigenti scolastici hanno inoltre il compito di monitorare in particolare eventuali partenze e rientri dalla Repubblica popolare cinese.



Al momento però non ci sono casi di emergenza negli istituti del capoluogo regionale, anche in quelli dove la presenza di stranieri è più alta. «Abbiamo una studentessa che sta concludendo l’anno di studio all’estero, dovrebbe rimanere in Cina fino ad agosto – spiega Oliva Quasimodo, preside del liceo Carducci-Dante, dove si insegna anche la lingua cinese – ma pare non abbia intenzione di rientrare prima».

In ogni caso la scuola per quest’anno non organizzerà, a differenza del passato, viaggi all’estero in Cina ma solo in Regno Unito, Stati Uniti e Spagna. «Si stratta di un soggiorno-studio di quasi due settimane per circa 28 ragazzi di tutte le classi. Avremmo dovuto iniziare a pianificarlo nei mesi di marzo e aprile – sottolinea Quasimodo – ma abbiamo rivisto il programma preferendo evitare questa meta».

Anche all’Istituto comprensivo dia via Commerciale l’attenzione sulla questione Coronavirus è elevata ma, spiega il dirigente Roberto Benes, «nessuno è appena tornato dalla Cina». E aggiunge: «Potrebbe essere che qualcuno sia ancora laggiù, al loro rientro sarà l’autorità competente che si occuperà di seguire il protocollo». Anche all’istituto tecnico e professionale “Nautico-Galvani” la situazione è sotto controllo.

«La nostra segreteria sta eseguendo il monitoraggio per capire se ci sono studenti fuori sede”, afferma la dirigente Donatella Bigotti. Stessa cosa all’istituto comprensivo San Giovanni («nessuno si è allontanato dalla città di recente», specifica la dirigente Carmela Testa) e al Marco Polo: «Ci dovrebbe essere forse un alunno che è in Cina – spiega la dirigente Monica De Carolis – ma sembra non sia rientrato, non sappiamo però di più. Comunque, rispetto alla circolare, è tutto a posto».

Anche le agenzie di viaggio hanno il loro da fare, non solo per i viaggi imminenti ma anche per quelli programmati nei prossimi mesi sempre verso la Cina. «Abbiamo cancellato un viaggio da Trieste a Shanghai per il mese di marzo - spiegano da “Via degli Artisti Viaggi” -: sarebbe stato comunque eliminato in automatico dalle compagnie aeree. Per il momento il blocco verso la Cina si prolungherà fino a tutto marzo».

Dall’Agenzia Viaggi Trieste di via San Lazzaro invece non risultano partenze a breve termine verso il Paese di Xi Jinping ma alcuni clienti, che invece hanno effettuato delle prenotazioni per maggio, sono in attesa di capire se potranno cancellare i voli senza penale. «Si attendono a breve comunicazioni per capire se si otterranno dei rimborsi anche per i voli da maggio in poi – sottolinea il personale -, per ora lo sono solo quelli fino ad aprile. Tuttavia abbiamo clienti che hanno deciso comunque di non rinviare dei viaggi verso Thailandia o Maldive, mete comunque dove non è presente il virus». All’agenzia Linea gialla di via del Coroneo restano invece confermati due viaggi per la Cina, «ma – viene precisato - non nella zona in cui c’è il focolaio».

Intanto la psicosi Coronavirus sembra aver coinvolto anche i negozi in città di proprietà cinese: da Yu Mart, in via della Zonta, ieri non c’era l’ombra di commessi di origine cinese. Come se i titolari, impauriti di fruttare meno incassi, avessero preferito lasciare a casa i propri connazionali, magari per un po’ di tempo. Che sia solo un caso? 

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo