Coronavirus, in Istria e Quarnero turisti più numerosi del previsto. Dalmazia, allarme contagi

Arrivi e pernottamenti a quota 60% rispetto all'anno scorso

POLA Turismo con il vento in poppa in Istria e nel Quarnero, nonostante i contagi la cui curva in questi ultimi giorni varia comunque di zona in zona: ieri infatti non si è registrato alcun nuovo caso nella Regione litoraneo montana, laddove la situazione è rimasta stabile in Istria (8 contagi contro i 9 di giovedì) mentre in Dalmazia stanno suonando campanelli d’allarme.

Tornando al turismo, l’Istria e il Quarnero a oggi stanno registrando il maggiore incremento delle presenze con numeri che vanno oltre le più rosee previsioni espresse tempo fa dal ministro Gari Cappelli. «Potremmo essere contenti - aveva detto il titolare del dicastero del Turismo - se si raggiungesse il 30% degli indici 2019». Invece si è andati ben oltre: nel Quarnero a inizio mese si è arrivati a quota 62%, secondo i dati forniti dall’Ente turistico di riferimento. La maggiore impennata si registra nei campeggi (con il 66% degli indici 2019), seguiti dagli affittacamere privati (63%). E sono in netta ripresa gli alberghi (42% rispetto agli indici 2019), che alla vigilia avevano quotazioni bassissime. «I numeri confermano il grande interesse dei vacanzieri per questa parte dell’Adriatico», commenta Irena Persić Zivadinov, direttrice dell’Ente turistico quarnerino, auspicando che la situazione epidemiologica non peggiori: «Giugno è stato il mese della svolta dopo il lockdown - aggiunge - con 207.000 arrivi e 1.370.000 soggiorni, dato quest’ultimo pari al 42% di quello del giugno 2019». Si tratta di numeri raggiunti soprattutto grazie agli arrivi di sloveni e tedeschi, che insieme rappresentano il 70% di tutti gli stranieri presenti lo scorso meso: gli sloveni sono addirittura l’84% degli stranieri nell’area quarnerina.

Quanto alle destinazioni più gettonate, al primo posto c’è l’isola di Veglia con mezzo milione di soggiorni in luglio, seguita ex aequo da Lussino e dalla Riviera di Crikvenica–Vinodolski (150.000); infine l’isola di Arbe con 130.000 soggiorni. Per il futuro, precisa Persić Zivadinov, «sui numeri influiranno le modalità» e dunque le regole ed eventuali restrizioni «di entrata in Croazia e quelle di ritorno in patria dei villeggianti, in base alla situazione epidemiologica».

Ma in Dalmazia intanto, come detto, si registrano sul fronte sanitario segnali d’allarme che potrebbero causare contraccolpi sulla stagione turistica lungo l’intera costa. Ieri nella regione di Zara si sono avuti 14 contagi, dei quali 12 da mettere in relazione con una recente festa di matrimonio. Tra i casi positivi risulta quello di un medico dell’ospedale di Zara infettatosi fuori dal posto di lavoro, mentre per altri 10 medici e tre infermieri + stato disposto l’autoisolamento. Sale così a 22 il numero degli infettati alla stessa festa di nozze e non se ne escludono altri nei prossimi giorni. Nella regione spalatino–dalmata ci sono altri 17 contagiati venuti a contatto con persone infettate. Tra questi un paziente dializzato dell’Isola di Brazza, trasportato all’ospedale di Spalato. In Istria come detto otto contagi, tra cui un’insegnante di una scuola elementare. E la direttrice dell’Ospedale di Pola Irena Hrstić segnala intanto un fatto nuovo: le persone ultimamente colpite da Covid–19 lamentano anche disturbi gastrointestinali oltre che respiratori. —


 

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