Coronavirus, in Fvg scatta la corsa delle imprese a far rientrare i lavoratori stranieri

Per chi torna necessari 14 giorni di isolamento. Confartigianato: «C’è chi riaprirà con pochi addetti»
Trento, arriva in Trentino il progetto scuola-lavoro.
Trento, arriva in Trentino il progetto scuola-lavoro.

TRIESTE La Fase 2 è in arrivo e le categorie sono preoccupate per l’urgenza di far rientrare nella nostra regione i lavoratori stranieri che, seppur in alcuni casi residenti qui, hanno raggiunto le loro famiglie nel Paese di origine al momento del lockdown. Sono centinaia e centinaia gli addetti impegnati nell’edilizia ma anche nel commercio, nei pubblici esercizi e negli stabilimenti balneari. Serbi, kosovari, croati, rumeni in primo luogo, ma anche alcune lavoratrici russe e ucraine impegnate in alcuni punti vendita d’abbigliamento di fascia più alta.

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Come riportano le indicazioni fornite dal sito del ministero degli Esteri, chi deve tornare nel nostro Paese - e dunque anche nella nostra regione - deve compilare l'autocertificazione che contenga i motivi del viaggio in modo dettagliato (salute, lavoro, necessità assoluta), l'indicazione del luogo in cui si trascorreranno i successivi 14 giorni di isolamento, il mezzo con cui il luogo in questione sarà raggiunto. «La quarantena - indica il ministero - deve essere effettuata da chiunque entri in Italia. Tutti quelli che entrano dall'estero, anche con mezzi privati, devono avvisare l'Azienda sanitaria locale competente per territorio».



A oggi l’iter quindi non è agile per il fatto che i confini restano chiusi, e perché per chi ritorna in Italia – esclusi transfrontalieri, personale sanitario, equipaggi di trasporto passeggeri e merci – c’è l’obbligo di rispettare i 14 giorni di isolamento fiduciario. Che può essere trascorso anche in un luogo diverso dalla propria abitazione. Se qualcuno, arrivando in Italia, non ha un luogo dove passare la quarantena o non riesce a raggiungerlo, deve trascorrere il periodo di isolamento in una struttura decisa dalla Protezione civile, con spese a carico dell'interessato.

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A lady buys books for her grandchild in a newly reopened stationery shop reopened today after the government decree in Genoa, northern Italy, 14 April 2020. Countries around the world are taking measures to stem the widespread of the SARS-CoV-2 coronavirus which causes the Covid-19 disease. ANSA/LUCA ZENNARO


Si tratta dunque di «un’emergenza che va affrontata velocemente: ci stanno chiamando diverse aziende per capire quali siano le date certe di ripartenza delle loro attività», ammette Enrico Eva, direttore di Confartigianato Trieste, ricordando che «i lavoratori stranieri incidono in maniera sostanziale nell’edilizia. Comprendo il periodo di emergenza, ma le date di riavvio andavano comunicate con maggiore anticipo, così da poter organizzare in tempo questi rientri: la ripartenza di alcuni cantieri a questo punto sarà zoppa, con scarsa forza lavoro».

In molti locali e soprattutto nelle cucine dei ristoranti lavorano tante persone di origine straniera: cuochi, aiuto cuoco e lavapiatti ma anche camerieri. Anche qui, c’è chi è tornato nel proprio Paese. «Le nostre attività, quelle che riapriranno vista la situazione, per molti mesi lavoreranno a motori al minimo, - dice la presidente di Fipe Trieste, Federica Suban - con staff purtroppo ridotti. Ma alcune di queste figure hanno un ruolo chiave nell’attività già col servizio per asporto» in partenza, «e serve rientrino. Chi non l’ha ancora fatto, è bene programmi quanto prima il ritorno, calcolando i tempi della quarantena».

Diverse commesse impegnate nei negozi della regione sono di origine serba, croata e rumena. Alcune, ad attività chiuse, sono tornate dalle famiglie di origine. «Per la tranquillità e sicurezza di tutti è bene seguire le regole, - sostiene Elena Pellaschiar, alla guida del Gruppo Commercio di Confcommercio - aprendo purtroppo appena il 18 maggio abbiamo a questo punto il tempo di programmare il rientro di questi lavoratori. Confidiamo in un aiuto robusto, visto l’ulteriore sacrificio richiesto al comparto». «Non sappiamo a oggi con esattezza quando potremo ripartire e neanche con quali criteri, e dunque quanto personale servirà - valuta Salvatore Sapienza, segretario regionale del Sib, Sindacato italiano balneari -: è tutto più difficile, tenendo conto dei 14 giorni di isolamento. Un’altra difficoltà non da poco che si aggiunge alle mille altre checi troviamo ad affrontare». —


 

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