Coronavirus, in Fvg scatta il piano bis da quasi 50 milioni per dare ossigeno a bar, negozi e b&b
TRIESTE La giunta regionale aggiunge ulteriori misure a sostegno dell’economia del Friuli Venezia Giulia affossata dalle conseguenze del coronavirus. Ai 164 milioni di stanziamenti stimati una settimana fa, si aggiunge ora un piano da circa 50 milioni.
Nei giorni in cui commercio, turismo e artigianato si ritrovano nell’agenda della fase 2 agli ultimi posti, con la possibilità di riaprire non prima del 18 maggio per i negozi e del 1 giugno per bar, ristoranti e servizi alla persona, gli assessori alle Attività produttive Sergio Bini e alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti agiscono su due leve: fondo perduto e abbattimento dei tributi locali.
È la risposta a quanto chiedono da settimane Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Federalberghi, ieri in videoconferenza con i due esponenti di giunta. La manovra, che dovrebbe approdare in Consiglio nella seduta del 12 e 13 maggio, prevede innanzitutto contributi a fondo perduto per 33 milioni, 5 dei quali derivano da risparmi registrati dalla Regione sul sostegno del 20% concesso agli esercenti commerciali sui canoni di affitto di marzo e in liquidazione entro maggio.
Tra i beneficiari, fa sapere Bini, un elenco, in aggiornamento, che comprende alberghi, camping, villaggi, marine, agriturismi, rifugi, agenzie viaggi, tour operator, B&B, ristoranti, bar, servizi alla persona, commercio al minuto, con importi differenziati a seconda delle categorie e procedure semplificate, telematiche e basate sull’autocertificazione. I paletti? I beneficiari dovranno avere sede legale e operativa in Fvg e, in caso di più attività in un’unica sede, il contributo andrà all’attività più consistente.
Nello specifico degli alberghi, per poter partecipare al riparto, sarà necessario non rimanere chiusi per questa stagione. «Rischiamo una moria importante di imprese in Fvg – commenta Bini – e non ci è ancora dato sapere da parte del governo quanti soldi e come saranno messi a disposizione delle categorie economiche. La Regione ha già buttato il cuore oltre l’ostacolo e ora tenterà di fare un ulteriore sforzo verso quelle categorie che nel nostro tessuto economico stanno patendo le maggiori conseguenze della crisi».
La seconda parte del provvedimento interessa Roberti. L’obiettivo è ridurre la fiscalità per 11 milioni, di cui 8 contenendo la Tari sulle utenze non domestiche e altri 3 agendo su Tosap e Cosap. Il meccanismo prevede un sacrificio pure dei Comuni, chiamati a una cifra di pari importo, per un taglio complessivo di 22 milioni. «Il dramma sanitario – le parole dell’assessore alle Autonomie – è già diventato crisi economica e si trasferirà anche sui bilanci delle amministrazioni pubbliche che avranno minori entrate tributarie: la nostra prima stima si aggira su 70 milioni in meno». Un esempio pratico riguarda Cosap e Tosap, che portano un gettito di 11 milioni di euro. Con i 3 milioni della Regione e altrettanti dei Comuni, si potrebbe dunque applicare una sforbiciata al tributo del 50%.
In campo anche Barbara Zilli, che si è vista ieri in giunta dare via libera al ddl, già oggi in aula, contenente, oltre norme urgenti in materia di corregionali all’estero e lingue minoritarie, le misure tecnico contabili per far fronte all’emergenza da Covid-19. Si tratta dello strumento tecnico per procedere all’aumento per 20 milioni di euro dello stanziamento del fondo di riserva per le spese impreviste con l’obiettivo di garantire copertura alle eventuali necessità della Protezione civile.
Intanto il governatore Massimiliano Fedriga raccoglie l’appello delle categorie del Fvg – esercenti, parrucchieri e titolari di centri estetici – che hanno protestato duramente e sollecitato un “pressing” sul governo per anticipare la riapertura fissata per l’1 giugno.
«Condivido appieno le richieste delle categorie – sottolinea Fedriga –. Serve un cambio di prospettiva che parta dalle disposizioni anti-virus. Esercenti e artigiani del Fvg si sono già impegnati a mettere in pratica tutte le misure igieniche necessarie a prevenire il contagio e non è giusto discriminarli solo perché appartenenti a una determinata categoria, mentre ad altre è stato già concesso di ripartire. Mi farò portavoce di queste istanze nella Conferenza delle Regioni e anche con un colloquio diretto col Governo». Sul tema riaperture interviene infine la deputata dem Debora Serracchiani: «Grazie al Pd le riaperture differenziate sono più vicine. Confidiamo che a breve territori diversamente colpiti dal contagio potranno regolare in modo proporzionato la ripresa» . —
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