Coronavirus in Fvg, numeri verdi intasati e agende già piene per la corsa ai tamponi

Debutto caotico per i controlli sanitari su chi torna da Croazia e Paesi a rischio. Liste d’attesa di giorni per avere appuntamento. Sciolto il nodo transfrontalieri
Bumbaca Gorizia 14.08.2020 Tampone per Covid © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14.08.2020 Tampone per Covid © Foto Pierluigi Bumbaca

TRIESTE Chi deve tornare e chi valuta se partire e come gestire il rientro. Il numero verde della Protezione civile regionale e i centralini delle Aziende sanitarie ieri sono stati assediati dai residenti in Friuli Venezia Giulia e i laboratori privati hanno già le agende piene. Le strutture sanitarie si preparano a gestire i tamponi obbligatori per chi arriverà da Croazia, Grecia, Malta e Spagna dopo le vacanze. Gli occhi sono puntati su Istria e Dalmazia, dove al 13 agosto erano registrati 40 mila italiani, con un’alta percentuale di corregionali. La giunta risolve intanto la grana dei lavoratori transfrontalieri, che il ministero della Salute ha deciso di esentare dai controlli su richiesta del presidente Massimiliano Fedriga.

La Regione invita i cittadini a reperire le informazioni sul sito della Protezione civile e a rivolgersi esclusivamente al numero verde, senza assillare i centralini delle Aziende sanitarie. Al rientro, gli interessati dovranno scrivere immediatamente via mail ai dipartimenti della Prevenzione delle Aziende di riferimento, utilizzando i moduli scaricabili sui rispettivi siti. L’obbligo di tampone scatta solo per chi torna in Italia dal 13 agosto in avanti da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. In attesa del test e fino all’ottenimento del risultato bisognerà rimanere in isolamento nella propria abitazione. Le norme valgono anche per i diportisti di rientro dal mare croato. In caso di esito negativo, l’obbligo di quarantena cessa. I ritorni da Romania e Bulgaria prevedono invece due settimane di isolamento tassative ed è precluso l’accesso in Italia a chi è stato in Bosnia, Serbia, Kosovo, Montenegro e Macedonia.

Il ministero ha poi sgomberato il campo da equivoci sui lavoratori transfrontalieri: questi ultimi non saranno soggetti a controlli sanitari con il sollievo del Consiglio sindacale interregionale italo-croato, che in giornata aveva diramato un comunicato per chiedere chiarezza sul trattamento riservato alla categoria.

Al momento la Direzione centrale Salute non dispone di dati sul numero di persone che si sono autosegnalate dal 13 agosto, data di entrata in vigore dell’ordinanza, ma «siamo sovraccaricati», dice il vicepresidente Riccardo Riccardi, che ha chiesto ai propri collaboratori di rinunciare ai pochi giorni di stacco previsti per Ferragosto. «Anche nella fase di appiattimento della curva – spiega Riccardi – abbiamo effettuato duemila tamponi al giorno per tracciamenti e sorveglianza sanitaria, ma ora dovremo vedere quanti se ne aggiungeranno». Certo non fa stare tranquilli il dato fornito dall’Ente nazionale croato per il turismo, che il 13 agosto contava 40 mila italiani sul territorio nazionale, misurati grazie a un sistema informatico che annota in tempo reale le registrazioni in alberghi, alloggi privati, campeggi e marina.

Quale sia la quota di residenti in Fvg non è facile dire, ma Riccardi sottolinea che «il nodo riguarda non solo Trieste, ma tutte le province del Fvg. Il problema è il controllo del traffico terrestre dalla Croazia, perché quello aereo e navale da Spagna e Grecia consente di capire agevolmente chi si muove».

Ai valichi con la Slovenia i controlli delle forze dell’ordine italiane risultano però puntiformi e sporadici: la sicurezza sanitaria è affidata insomma alla responsabilità individuale di chi al rientro deve subito prenotare il tampone alle Aziende sanitarie. In alternativa è possibile rivolgersi alle strutture private riconosciute, ma tanto a Trieste quanto in Friuli queste risultano avere già prenotazioni per tutta la prossima settimana. I laboratori privati sono stati presi d’assalto al telefono e pure sulle pagine social, perché la promessa di risultati in giornata per molti vale il costo di una prestazione che le Aziende sanitarie offrono invece gratuitamente, con tempi però più incerti e ilrischio quindi di non riuscire a tornare a lavorare in tempo dopo le ferie.

L’obbligo di segnalarsi al ritorno vige anche se si effettua il tampone nel paese di villeggiatura. L’Asugi ha pubblicato sul proprio sito una lista di strutture croate pronte a realizzare i test a Umago, Rovigno, Pola, Fiume, Zara, Sebenico, Spalato e Dubrovnik. In quest’ultima località il tampone arriva a costare 400 euro, ma nelle altre il prezzo si aggira attorno ai 100. —


 

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