Coronavirus in Fvg, Fedriga blinda l’apertura delle discoteche
TRIESTE La riapertura delle discoteche è stata gestita secondo una linea comune in tutte le regioni italiane ma, dopo l’incremento dei contagi da coronavirus, i governatori hanno preso ad andare in ordine sparso anche su sale da ballo e locali notturni. Il presidente Massimiliano Fedriga decide però di tenere il punto: pur davanti a colleghi che hanno deciso di attuare una serie di restrizioni, la scelta del Friuli Venezia Giulia è di andare avanti con le regole attuali, tanto più che da Roma non sono ancora arrivate nuove indicazioni per la pur annunciata revisione delle norme, che potrebbe a questo punto arrivare dopo Ferragosto.
«Il governo non ci ha più convocato – dice Fedriga – e allo stato attuale continueremo a seguire le linee guida stabilite all’unanimità in seno alla Conferenza delle Regioni». Il presidente non vuole ancora pensare ad un giro di vite: «Fino a quando non ci saranno novità, si va avanti così, con i due metri di distanziamento obbligatorio, la possibilità di ballare solo all’esterno e l’obbligo di mascherina all’interno, dove comunque non si può ballare». Secondo Fedriga, «non si può cambiare ogni mese le disposizioni assunte, perché così diventa davvero difficile per chi fa questo mestiere». Sul giudizio non pesano al momento i passi mossi in altre zone d’Italia: «Finché non avvengono fatti nuovi – conclude il governatore – per la nostra Regione diventerebbe difficile giustificare un cambiamento».
Ma cosa succede nel resto d’Italia? Se i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia spingono da giorni per la chiusura delle discoteche, la Calabria di Jole Santelli ha sposato per prima la linea dura e lo stesso ha fatto ieri la Basilicata di Vito Bardi. La Toscana di Enrico Rossi si è detta a sua volta disponibile a fare lo stesso, ma in presenza di un’ordinanza nazionale che metta tutti i territori sullo stesso piano. Al momento a Roma si attende e si spera che i presidenti facciano propria la volontà di chiusura dell’esecutivo, ma non è escluso un provvedimento d’imperio che rompa gli indugi delle Regioni. Il veneto Luca Zaia e l’emiliano Stefano Bonaccini hanno optato invece per un’ordinanza gemella: capienza ridotta alla metà del normale e mascherina obbligatoria anche all’aperto, con chiusura immediata in caso di mancato rispetto delle regole. In Alto Adige la capienza è ridotta al 30%, mentre in Sicilia sale al 40%. Discoteche aperte come in Fvg per Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia e Sardegna. —
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