Coronavirus, il porto di Trieste teme l'impatto sul traffico merci

Lo scalo è leader in Italia con il 30% degli scambi da e verso la Cina. Il direttore Sommariva: «Monitoriamo la situazione»

TRIESTE. La locomotiva dell'economia mondiale rischia di «deragliare» a causa degli effetti del coronavirus. Per il ministro dell’economia Roberto Gualtieri è ancora presto per misurare l’impatto reale. Tuttavia la crescita della Cina, nel caso di uno scenario pessimista con il numero dei contagiati che continua a salire, potrebbe subire una pesante battuta d’arresto con un effetto domino mondiale.

Secondo un rapporto della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo «le misure di restrizione alla mobilità e il blocco della produzione in diversi distretti industriali» rendono «ragionevole attendersi un impatto sull'economia superiore a quello registrato nell'anno della Sars» con il Pil cinese che potrebbe risultare in rallentamento fino al 4,9%. Ma quale sarà l’impatto sull’Italia e sui suoi porti?

La Cina è il nostro principale Paese fornitore e soprattutto con 22,4 miliardi rappresenta il 17% di tutto l’import via mare. Da Genova a Trieste cresce la preoccupazione per il possibile impatto dell’emergenza connessa all’epidemia su mobilità e traffici. Sta arrivando un cigno nero sui porti? I traffici di merci da e verso la Cina rappresentano il 30% dell’attività complessiva del porto di Trieste, punto d’arrivo privilegiato dei traffici dalla Grande Muraglia al Mediterraneo attraverso Suez. E tutto ciò in uno scenario dove l’Asia domina l’attività di movimentazione di container. Circa 240 milioni di Teu(sui 752,2 milioni movimentati nel mondo) sono stati registrati in Cina, Hong Kong e Taiwan.

Ma Pechino ha bisogno anche, e soprattutto, del Mediterraneo, con i suoi porti. Ed è per questo che da tempo sta incrementando la presenza negli scali del Sud, che potranno essere di supporto allo sviluppo delle linee ferroviarie e stradali della nuova Via della seta. L’impatto del coronavirus sulla mobilità globale delle merci potrebbe però provocare una frenata sui traffici portuali i cui effetti al momento «è impossibile prevedere», sottolinea il direttore generale del porto di Trieste Mario Sommariva sentito da Sky Tg24.

«Le conseguenze sulla movimentazione delle merci e dei traffici -ha sottolineato -saranno inevitabilmente correlati alla durata dell’epidemia. Alcune partenze di navi dalla Cina sono già state annullate. Stiamo monitorando la situazione. Più a lungo durerà l’emergenza e più consistenti saranno le conseguenze economiche. Al momento però non abbiamo avuto grandi conseguenze. Si vedrà nelle prossime settimane».

Questo non è la prima emergenza che riguarda i porti. Come effetto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, le esportazioni containerizzate totali dalla Cina verso gli Stati Uniti sono diminuite dell’8,2% nel primo trimestre del 2019 con un effetto domino sui traffici globali. I volumi hanno rallentato considerevolmente dopo il boom di fine 2018.

Da capire anche quale sarà l’impatto sulla Via della Seta di cui il porto di Trieste è uno dei terminali. L'Italia ha siglato 29 accordi, che vanno dall'accesso ai mercati cinesi per le imprese energetiche e ingegneristiche italiane a una maggiore cooperazione tra aziende finanziarie e turistiche. E si stima che abbiano un valore di 2,5 miliardi di euro mentre la Cina ha previsto investimenti fino a 7 miliardi di euro proprio nei porti. 


 

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