Coronavirus, Grado insorge bloccando gli arrivi dalla “Primula”, focolaio del contagio

TRIESTE Grado protesta e la Regione ieri pomeriggio fa dietrofront: nessun ospite della casa di riposo “La Primula” andrà all’Ospizio Marino. I pazienti evacuati (una ventina) destinati all’isola saranno dirottati altrove, con l’Azienda sanitaria che ha dovuto predisporre in corsa un “piano B”: saranno smistati negli ospedali del territorio (creando delle mini-aree di isolamento).
Ma ora è scontro aperto tra il sindaco Dario Raugna e Riccardo Riccardi con il primo che imputa alla Regione mancanza di chiarezza («ho saputo dell’arrivo dei positivi dalla stampa») e il secondo che accusa Raugna di essersi rimangiato la disponibilità.
La protesta per l’arrivo a Grado, finora meno colpita dall’epidemia, di persone contagiate si è scatenata anche con una raccolta di firme telematiche che nelle prime due ore aveva già toccato quota 200. «Della Rovere, vicepresidente della Grado Riabilita (la proprietà dell’Ospizio Marino, ndr) mi ha precisato – ha ricostruito Raugna – che hanno dato la disponibilità a ospitare un numero di negativizzati in quarantena dopo la malattia provenienti dall’ospedale di Monfalcone. Questa mattina (ieri, ndr), invece, il presidente Fedriga e Riccardi mi hanno detto che si tratta dei pazienti de “La primula”. Sono stufo di sentire cose diverse e fatte senza che il Comune di Grado ne sappia nulla. Col diffondersi di questa notizia quel poco di stagione che probabilmente ci rimane sarebbe concluso prima di iniziare, mettendo a rischio tutti, dagli operatori al personale, quindi migliaia di famiglie letteralmente a terra».
Il direttore sanitario Massimo Mascolo ha spiegato le difficoltà che avrebbe la struttura vista la necessità di tenere ben separati negativizzati e positivi, ponendo l’attenzione anche sull’organico: «Ci hanno chiesto che il personale sia il nostro e ad effettuare il servizio a turno dovremmo esserci anche noi, tre medici. Non voglio assolutamente mettere in pericolo il nostro personale. Ci devono dare la possibilità di attuare le procedure per avere materiale e attrezzature necessari, dalle tute protettive a tutto il resto».
Nel pomeriggio ecco la dura presa di posizione di Riccardi, il quale ha ribadito di aver ricevuto fino a poche ore prima la disponibilità da parte del sindaco e della struttura gradesi. «Avessi ricevuto risposte diverse da quelle che mi sono state date dal sindaco avrei detto all’Azienda sanitaria di ricercare altre soluzioni» ha premesso il vicegovernatore, spiegando che l’Asugi ha verificato le strutture adeguate e, dopo aver ipotizzato l’Ospizio marino, ne ha chiesto la disponibilità ai titolari, ricevendo una risposta positiva.
«Va detto – ha rimarcato Riccardi – che in quel momento non ero ancora a conoscenza dei dettagli, avendomi l’Azienda soltanto informato della necessità di intervenire con l’evacuazione e spiegandomi di essere ancora alla ricerca di una soluzione definitiva. Sono stato raggiunto da un messaggio del sindaco, che mi chiedeva conto di tutto questo.
Ottenute le informazioni di dettaglio gli ho risposto dando conferma e le assicurazioni del caso. Il sindaco, dopo avermi richiamato giustamente alla necessità di un più frequente scambio di informazioni, puntualmente mi ha scritto: “Non ho riserve su questa decisione, i posti si trovano dove ci sono, e Grado non può essere estranea a questa esigenza». Eloquente la postilla del vicegovernatore: «Le mail e i messaggi telefonici sono a disposizione».
La querelle è proseguita in tarda serata con un nuovo post di Raugna: «Offrire ospitalità a dei malati in una struttura che non ha le caratteristiche e l’adeguatezza per accoglierli sarebbe stato un azzardo, in primis nei loro confronti». Immediata controreplica di Riccardi, con un post corredato da uno screenshot: «Questa è l’immagine del benestare all’Azienda sanitaria (ovviamente in sicurezza dei percorsi). Il Sindaco mi aveva espresso il consenso. Si può cambiare idea ma non raccontare balle e fare i moralisti. Penso non sia il caso di pubblicare altro».
A gettare acqua sul fuoco ha provveduto Salvatore Guarneri, presidente dell’Aiop e dg del Sanatorio, che è tra i soci dell’Ospizio Marino: «Non è giusto tirarsi indietro in una fase così delicata e non credo che l’Ospizio Marino voglia farlo. Spero quindi che si possano attenuare i toni per fare chiarezza e trovare una soluzione perché tutti dobbiamo fare la nostra parte e contribuire». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo