Coronavirus, dalla Croazia alla Romania avanza l’onda dei no-vax

Sondaggio-choc a Zagabria: il 41% rifiuterebbe una immunoprofilassi. A Belgrado manifestazioni di piazza contro ogni obbligo di vaccinazione
epa08303750 Brazilian scientist in the Immunology laboratory of the Heart Institute (Incor) of the Faculty of Medicine of the University of Sao Paulo, in Sao Paulo, Brazil, 17 March 2020 (issued 18 March 2020). Brazilian scientists develop a coronavirus vaccine with a different method than those used so far by the pharmaceutical industry and groups of researchers from other countries, who expect it to be tested on animals in the coming months. It is the current great challenge of the international scientific community and Brazil, as a power in Latin America, has joined this agonizing race to discover an effective immune response against the virus that has paralyzed half the world, although it has done so with a different approach. Meanwhile, Brazilians remain skeptical about the extent of this global pandemic in the country, where there are about 300 confirmed cases and at least one death from COVID-19. EPA/Sebastiao Moreira
epa08303750 Brazilian scientist in the Immunology laboratory of the Heart Institute (Incor) of the Faculty of Medicine of the University of Sao Paulo, in Sao Paulo, Brazil, 17 March 2020 (issued 18 March 2020). Brazilian scientists develop a coronavirus vaccine with a different method than those used so far by the pharmaceutical industry and groups of researchers from other countries, who expect it to be tested on animals in the coming months. It is the current great challenge of the international scientific community and Brazil, as a power in Latin America, has joined this agonizing race to discover an effective immune response against the virus that has paralyzed half the world, although it has done so with a different approach. Meanwhile, Brazilians remain skeptical about the extent of this global pandemic in the country, where there are about 300 confirmed cases and at least one death from COVID-19. EPA/Sebastiao Moreira

BELGRADO Il virus sembra arretrare in molte parti del mondo, Europa in testa, ma la paura di una seconda ondata non scema, assieme al desiderio di mettere quanto prima le mani su un vaccino. Ma quel desiderio non è condiviso da tutti. Non lo è, in varie parti dei Balcani e dell’Europa orientale, dove neppure una pandemia sembra aver fatto cambiare idea ai più irriducibili “no vax”. Lo confermano sondaggi e uscite infelici, ma anche manifestazioni di piazza contro i vaccini, scene osservate più volte in questi giorni dalla Moldova alla Romania, passando per Serbia e Croazia.

In Croazia hanno fatto molto scalpore e impressione i risultati di un sondaggio dell’autorevole agenzia HrRejting, che ha tastato il polso dei cittadini del Paese proprio sul tema del coronavirus e sulle loro aspettative nei confronti di un futuro vaccino. L’indagine ha segnalato innanzitutto un venir meno del timore delle persone verso il virus, ora molto temuto “solo” dal 9% del campione preso in considerazione dallo studio, mentre un 18,4% ha confessato di essere ancora intimorita dall’epidemia, ma assai meno che all’inizio della primavera. Nessuna ansia – solo un pizzico di preoccupazione – per il 43,9% degli intervistati, mentre un nutrito 28,4% ha assicurato di non avere alcuna paura del Covid-19.

Ma a colpire sono stati in realtà altri risultati del sondaggio. Gli intervistatori hanno infatti chiesto ai croati se «pensate di vaccinarvi» una volta che un vaccino – auspicabilmente – sarà scoperto, prodotto e commercializzato. Un 47% ha risposto sì in modo convinto, ma il 41,2% del campione ha dichiarato di non pensarci neppure ad andare dal medico per sottoporsi a un’immunoprofilassi destinata a cambiare la vita di milioni e milioni di persone. «Nessuno deve essere costretto ad assumere un vaccino», «c’è Bill Gates dietro il vaccino», ma anche «se rimarrete contagiati sarà un problema vostro», le due campane che si sono scontrate sui social. «Se neppure quando tutto il mondo è stato costretto a fermarsi per la mancanza di un vaccino, un 40% dei croati non vuole vaccinarsi dobbiamo chiederci come ciò sia possibile, forse comunichiamo» i benefici dei farmaci «in modo sbagliato», ha affermato sconsolato il celebre scienziato croato Gordan Lauc. Che su Facebook ha ricordato alle mamme no-vax che un vaccino è «meno pericoloso di un gelato», che può nascondere insidie come «la salmonella».

Ma il 40% di croati “no vax” anche rispetto al coronavirus non sono soli. Anche in Romania – Paese che negli ultimi anni ha affrontato gravi crisi a causa del ritorno del morbillo, proprio per il calo della copertura vaccinale - ha avuto enorme eco un simile sondaggio. Un buon 33% dei romeni - questo il risultato dell’indagine - in nessuna circostanza accetterebbe di sottoporsi a un vaccino contro il Covid-19, sgretolando le speranze dell’autorevole esperto Alexandru Rafila, che prima dello studio era convinto che la pandemia avrebbe fatto capire alla gente «quanto è importante un vaccino» e invitato la politica ad agire, rendendo «obbligatoria» la vaccinazione per le malattie già coperte.

Ma c’è dell’altro: ad esempio la controversa posizione della potente Chiesa ortodossa moldava, che si è spinta fino a definire «anti-cristiano» un futuro vaccino anti-Covid, adottando in pieno teorie cospirative su 5G, chip sottopelle e Gates come eminenza grigia dietro il vaccino. E ancora, la folla di fieri no-vax scesa in piazza in questi giorni a Belgrado – in quella Serbia che ha avuto problemi simili a quelli romeni a causa del ritorno del morbillo - contro tutti i vaccini obbligatori, in una manifestazione sostenuta persino dal locale sindacato di polizia. Slogan della protesta, simile a quello sentito in altre parti del mondo, «non voglio l’obbligo, voglio scegliere». —


 

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