Coronavirus, contagiato un avvocato del Tribunale di Trieste

TRIESTE Un avvocato del Foro di Trieste è risultato positivo al coronavirus. Le sue condizioni, comunque, sarebbero già in miglioramento.
Da quanto risulta, il legale ha preso parte in questi giorni a varie udienze a cui erano presenti giudici e altri colleghi.
In particolare un giudice penale, che potrebbe aver avuto un contatto più ravvicinato con l'avvocato, questa mattina ha contattato il numero di emergenza dedicato, il 1500, per capire quali comportamenti adottare. Le indicazioni che gli sono state suggerite sono quelle di misurare la temperatura 2 volte al giorno, fare attenzione a eventuali sintomi e, in caso di rialzo della temperatura o di sintomi strani autoisolarsi e chiamare subito l'Azienda sanitaria.
Anche gli altri dipedenti del Tribunale, tra magistrati e personale amministrativo, attendono istruzioni dagli organi superiori.
Intanto ieri, a una settimana dal primo caso sul territorio, in Friuli Venezia Giulia c’è stata la prima vittima, un’ottantasettenne triestina con patologie pregresse, trovata contagiata dal coronavirus. Nel giorno con il numero più alto di tamponi positivi, si è arrivati a 42 infetti, con otto ricoveri in ospedale, di cui uno in terapia intensiva a Udine.
Il fronte economico non è però meno preoccupante di quello sanitario. Di fronte alle sollecitazioni delle categorie, duramente colpite dal calo del fatturato, la politica regionale, costretta dopo la positività di Igor Gabrovec alla chiusura del Consiglio, sta cercando vie d’uscite per rispondere all’appello. Si va dai poteri emergenziali per il governatore Massimiliano Fedriga all’utilizzo dell’auditorium Comelli di Udine per una veloce seduta d’aula che possa consentire l’approvazione di un disegno di legge di iniziativa giuntale con interventi immediati per l’impresa.
La giornata di sabato, come detto, si è aperta con la morte dell’anziana ospite a “Casa Serena”, ricoverata d’urgenza all’ospedale Cattinara per una perforazione intestinale e poi riscontrata positiva al virus. Nel bollettino entra poi per la prima volta Pordenone. Due i casi, di cui uno, informa il sindaco Markus Maurmair, a Valvasone Arzene. Dei 42 totali (19 asintomatici), 17 sono quelli della Venezia Giulia, mentre in provincia di Udine se ne contano 23, con una persona che era già in ospedale trasferita in terapia intensiva «per precauzione», precisa l’assessore regionale alla Salute e alla Protezione civile Riccardo Riccardi.
Altri 34 cittadini sono in isolamento domiciliare, 696 i test effettuati, la maggior parte a seguito del convegno di agronomi all’università di Udine e alla conseguente trasmissione del virus a Remanzacco. Ma ormai, fa capire Riccardi, non è più questione di caccia al focolaio.
«Le informazioni di dettaglio restano in capo alle Aziende – spiega il vicepresidente –. Quello che ci interessa comunicare alla popolazione è che le persone contagiate sono tutte in buone condizioni». In una situazione in cui a risultare colpiti dal virus sono anche sanitari (quelli dei piani alti dell’Azienda udinese, come è emerso due giorni fa) e istituzioni, e se pure il consigliere dem Franco Iacop sollecita polemicamente la maggioranza a dirottare nel capitolo dell’emergenza «risorse stanziate per operazioni bandiera come telecamere e bonus bellezza o per il cosiddetto emendamento Bibbiano», la politica sta cercando un accordo in tempi brevi a favore delle imprese.
Nelle ultime ore è decollata la trattativa che porterà a estrapolare dal ddl SviluppoImpresa di Sergio Bini, congelato a seguito del caso Gabrovec, le misure urgenti per costruire una sorta di ddl coronavirus che possa dare ossigeno all’economia. Lo approverà la giunta, già domani, per poi procedere al via libera consiliare straordinariamente a Udine (quasi certamente mercoledì) vista l’indisponibilità di piazza Oberdan. «Stiamo valutando tecnicamente la possibilità di riunirci nell’auditorium Comelli, verificheremo la disponibilità dei capigruppo», fa sapere il presidente Piero Mauro Zanin, confermando i ragionamenti in corso tra maggioranza e opposizioni. «Ho comunicato ai vertici del centrodestra che siamo disponibili, sempre che si parli di provvedimenti condivisi – dice da parte sua il capogruppo del Pd Sergio Bolzonello –. Sono cose che si fanno assieme, con grande responsabilità da parte di tutti».
A Udine non ci saranno naturalmente Gabrovec e gli otto consiglieri in isolamento (che dovranno verosimilmente firmare un via libera per un voto in loro assenza), ma a quanto pare sarà impossibile una loro partecipazione via mezzi digitali. «È un’idea per il futuro, ma al momento non siamo preparati», ammette Zanin. Se la convocazione di un Consiglio d’emergenza è la soluzione immaginata per una rapida approvazione delle misure a sostegno del mondo economico, il presidente Fedriga, pensando anche alle prossime settimane, ha avviato un confronto con il governo per ottenere in via eccezionale il potere di legiferare qualora l’aula sia impossibilitata a riunirsi per il perdurare dell’epidemia.
Il governatore ha preso contatti diretti con il primo ministro Giuseppe Conte e con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia chiedendo una sorta di potere di decretazione d’urgenza, che permetta all’esecutivo regionale di approvare da sé i testi di legge che rischierebbero altrimenti di accumularsi. Fedriga si sta muovendo di concerto con gli altri governatori e in particolare con i colleghi leghisti di Veneto e Lombardia: il timore è di una paralisi del Consiglio, se il Friuli Venezia Giulia diventasse zona gialla. Un simile strumento non è previsto dalla legislazione italiana, ma l’auspicio è che possa essere riconosciuto vista la condizione di eccezionalità, a patto che le norme approvate ricevano una successiva sanzione favorevole dell’aula una volta passata l’emergenza. Fedriga ha inoltre chiesto via lettera a palazzo Chigi di superare l’importo di aiuto di Stato “de minimis” pari a 200 mila euro stabilito dalla legislazione europea e di innalzare il tetto a 500 mila euro, da erogare nell’arco di tre esercizi a favore delle imprese Fvg per far fronte alla crisi da Covid-19. –
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