Coronavirus, Cardiologia verso la riapertura all'ospedale di Gorizia
Il sindaco Ziberna: «Ritorno previsto entro giugno. Dopo la chiusura del reparto Covid è in ripresa l’attività chirurgica»
Bumbaca Gorizia 24.03.2020 Accoglienza Croce Rossa in Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Una data cerchiata di rosso sul calendario ancora non c’è. Almeno ufficialmente. Ma «entro giugno», fa sapere il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, Cardiologia e l’Unità coronarica torneranno ad essere parte integrante dei servizi offerti dal San Giovanni di Dio. Un’ottima notizia dopo l’allarme lanciato dal comitato dei 970 firmatari, dai consiglieri regionali Diego Moretti (Pd) e Ilaria Dal Zovo (M5s) e dal segretario regionale della Cisl-Fp, Massimo Bevilacqua. Ovviamente, sullo sfondo, permane la massima cautela da parte di Asugi perché decisivo sarà l’andamento del contagio.
«Entro la prossima settimana saranno attivate dieci sedute operatorie fra Chirurgia, Urologia e Ortopedia, vere e proprie eccellenze del nostro nosocomio che, in questi due anni, sono state migliorate e, oggi, sono decisamente all’avanguardia - spiega Ziberna -. Presto, sarà riaperta anche Cardiologia, per la quale si sta attendendo l’evoluzione della curva dei contagi. Se questi, nell’arco di alcune settimane, si manterranno a livello fisiologico,ci sarà il rientro automatico della specialità: come, peraltro, è stato sempre dichiarato dal direttore generale dell’Asugi Poggiana, dall’assessore regionale Riccardi e dal sottoscritto. Addirittura la Regione sta riattivando queste eccellenze prima del previsto. Capisco la preoccupazione del cittadino comune ma lo rassicuro che la specialità tornerà al San Giovanni di Dio».
Ma, intanto, la preoccupazione non cessa perché quello dell’ospedale è un tema sensibile a Gorizia. Ad incalzare sono Adelino Adami (medico chirurgo in pensione) e Giorgio Bisiani (già tecnico di Emodialisi), coloro che sono riusciti a raccogliere 970 firme online per il ripristino rapido di tutte le funzioni e i reparti al San Giovanni di Dio. «Siamo consapevoli che la lotta al coronavirus non è ancora finita e che potrebbero esserci dei nuovi focolai e, in questo senso, due potrebbero essere i momenti più critici: un paio di settimane dopo la ripresa delle attività lavorative e il prossimo inverno. Possiamo, quindi, condividere l’idea di procrastinare l’apertura completa ai primi di giugno ma dopo tale data, se la diffusione del virus rimane sui livelli attuali, riteniamo non vi saranno più validi motivi per ritardare ancora l’apertura completa di Cardiologia e Ortopedia».
Secondo i due va tenuto conto «di quanto dichiarato dai vertici della Società italiana di Cardiologia che hanno riscontrato, a livello nazionale, durante l’emergenza Covid, una riduzione dei ricoveri del 60% con una mortalità per infarto triplicata e hanno affermato che “non ricostruire la rete dell’emergenza cardiologica potrebbe essere pericoloso”. Chiediamo, quindi, che tutte le attività cardiologiche preesistenti nell’ospedale di Gorizia siano riaperte non più tardi dei primi di giugno. Entro la stessa data dovrà riprendere anche l’attività di Ortopedia e Traumatologia che presenta ulteriori criticità legate alla carenza di personale».
Un appello accorato, dunque. «Tale modo di procedere non sarebbe in contrasto con la dovuta cautela che il momento richiede. Se il prossimo inverno si dovesse verificare una nuova ondata di contagi il personale sanitario sarà pronto a riconvertire velocemente il nostro ospedale, come ha già dimostrato di saper fare. Ma tenere tutto bloccato per mesi e mesi in attesa di un probabile ipotetico futuro pericolo sarebbe un errore più grave». —
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