Coronavirus, a Trieste indagata per omicidio colposo la titolare della casa di riposo La Primula

TRIESTE La Procura di Trieste ha iscritto nel registro degli indagati la legale rappresentante della casa di riposo “La Primula srl”, Patrizia Malusà. La sessantacinquenne è sotto inchiesta per omicidio colposo. “La Primula” è la residenza polifunzionale di via Molino a Vento in cui nei giorni scorsi sono intervenuti i carabinieri del Nas, dopo la scoperta che tutti i 36 anziani ospiti risultavano infettati dal Sars-CoV-2. Ma il virus si è diffuso anche tra gli operatori sanitari. Al momento, però, il numero resta imprecisato. Almeno due degenti, intanto, sono morti. Ed è morto anche un sessantacinquenne, malato oncologico, che abitava nello stesso edificio di via Molino a Vento in cui si trova la casa di riposo: pure lui positivo al coronavirus. Gli anziani sono stati evacuati e trasferiti in altre strutture sanitarie. L’Asugi, nel frattempo, ha sospeso le autorizzazioni alla Primula. E i Nas l’hanno chiusa.
Un quadro inequivocabilmente grave, il peggiore fin qui riscontrato dopo la catena di contagi accertati in altre importanti realtà, come ad esempio la Casa Emmaus, la Mater Dei, l’Hotel Fernetti, l’Itis, la Casa Serena e il Gregoretti.
In questi giorni, dopo il blitz dei carabinieri, parte degli sforzi investigativi si sta quindi concentrando sulla Primula. E in particolare su un caso specifico, su cui adesso è aperta l’inchiesta per omicidio colposo: quello dell’ottantottenne Ruggero Graniero, spirato il 5 aprile in una stanza della struttura polifunzionale con sintomi da coronavirus. Il figlio dell’ottantottenne, Davide Graniero, dopo la morte del padre si è rivolto all’avvocato Antonio Santoro, che ha preparato un esposto depositato in Procura. Il fascicolo a carico di Patrizia Malusà è nelle mani del pm Matteo Tripani.
Sono molti gli interrogativi che incombono sulla gestione dell’emergenza sanitaria da parte dei responsabili della Primula. E l’inchiesta del pm intende passarli tutti al setaccio.
C’è un punto fermo: il certificato di “constatazione del decesso” dell’anziano. Una morte che il personale sanitario dell’Asugi ha attribuito «verosimilmente a un arresto cardio respiratorio in sospetto Covid». Sono le 19.30 del 5 aprile. Ruggero Graniero sarebbe stato sottoposto al tampone il giorno successivo.
Ma nei giorni precedenti cosa è accaduto in quella casa di riposo? Com’è stato protetto l’ottantottenne dai rischi del contagio? Lui, così come tutti gli altri ospiti e gli operatori che lavoravano dentro. E quali protocolli sono stati adottati? Graniero soffriva di cardiopatia ischemica ipertensiva, diabete mellito, demenza senile e problemi al fegato. In passato era stato ricoverato a Cattinara per alcune infezioni urinarie.
Sul piano investigativo il primo passo, adesso, è appurare le cause effettive della morte dell’anziano, con l’esame autoptico e i test di laboratorio per rintracciare l’eventuale infezione del virus sul corpo della persona. Sempre che questo sia possibile, ora, a settimane di distanza dalla morte. Ma il certificato di decesso, che come detto fa riferimento a un “arresto cardio respiratorio in sospetto Covid”, è un primo elemento importante già acquisito. Il figlio, peraltro, due o tre giorni prima di quel 5 aprile, era stato informato dagli operatori della Primula che suo papà aveva la febbre e mangiava poco. Stava male.
L’indagine va avanti: già tra qualche giorno, il 29 aprile, il pm Tripani conferirà l’incarico per l’autopsia al medico legale Fulvio Costantinides. Sarà poi compito della Procura verificare se alla Primula il personale era provvisto dei Dpi (guanti, mascherine, tute) e se la struttura era stata sanificata. E, ancora, se erano state rispettate le procedure di isolamento per chi presentava i sintomi e le distanze di sicurezza tra gli anziani (anche a tavola). Non solo. I dubbi si estendono al personale stesso: alla Primula lavorava un numero sufficiente di operatori per assistere gli anziani? E i tamponi erano stati richiesti all’Asugi? Era stata subito segnalata la presenza di possibili infetti alle autorità sanitarie? Ma non si esclude che la Procura si stia muovendo su un doppio filone investigativo: la morte del signor Ruggero e ciò che è venuto a galla dopo il blitz dei Nas. —
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