Coronavirus, a Gorizia gli artigiani scendono in piazza contro il governo

GORIZIA «La base è esplosa». Non fa troppi giri di parole il presidente di Confartigianato di Gorizia, Ariano Medeot. La categoria è in rivolta. Anche nel capoluogo isontino.
«Il 97% delle imprese - annota - ha meno di venti dipendenti ed è proprio questo il segmento che rischia di non riaprire più a causa della mancata riapertura. La Regione si faccia interprete presso il Governo delle proteste per una scelta sbagliata e incomprensibile se pensiamo ai dati epidemiologici che testimoniano una situazione in cui il contagio è rimasto sempre sotto controllo e con una tendenza decisamente in calo, grazie a una gestione sanitaria efficiente e al virtuoso comportamento dei cittadini».
A livello regionale, è stata immediatamente avviata una raccolta di firme che è già arrivata a oltre 3 mila sottoscrizioni «sempre come atto di denuncia verso un blocco inaccettabile - scandisce Confartigianato Gorizia - per cui è necessario un cambio di rotta garantendo un’apertura di queste attività il prima possibile».
Queste, dunque, le iniziative svolte nelle prime ore successive alle decisioni governative. Ma Confartigianato Gorizia con alcune imprenditrici associate del comparto Benessere, Erika Coceani (estetista) e Antonella Paoletti (parrucchiera) non si è fermata qui. Il direttore Marco Gobbo spiega che l’associazione, con le categorie interessate, è intenzionata ad organizzare una «eclatante manifestazione di protesta in città, qualora nei prossimi giorni non giungeranno concreti segnali di una possibile apertura anticipata quantomeno all’11 maggio».
Erica Coceani e Antonella Paoletti spiegano che sono già state raccolte più di 60 adesioni da parte di imprenditori che non vogliono accettare una simile imposizione. La protesta, «ovviamente pacifica e simbolica» e gestita nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza previsti dai Dpcm e ordinanze regionali in vigore, si concretizzerà «l’11 maggio in piazza Vittoria con la formale consegna delle chiavi di tutte le attività coinvolte da questo incomprensibile blocco al sindaco Rodolfo Ziberna».
Ma Coceani e Paoletti aggiungono un monito: qualora non venisse accolta da parte del Governo la richiesta ad un’apertura anticipata «deve essere chiaro che noi auspichiamo il blocco immediato del pagamento di qualsiasi forma di incombenza fiscale, bollette, affitti e quant’altro incida sui costi ordinari di gestione, unitamente ad un adeguato finanziamento a fondo perduto ed a sgravi fiscali per l’anno in corso e per quello successivo, che consentano a tutte le attività imprenditoriali costrette al fermo di essere sostenute fino all’uscita dal tunnel con il riavvio della concreta operatività. Senza dimenticare che in questo contesto di blocco forzato, è sempre più grave ed impattante il fenomeno dell’abusivismo».
Il presidente Medeot, in conclusione, mantenendo alta l’aspettativa di una possibile apertura anticipata, sottolinea che qualora fosse confermato il blocco fino al 1° giugno, sarà determinante l’immediato sostegno economico e sospensione di qualsiasi forma di pagamento. Un intervento definito «imprescindibile». —
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