Coronavirus, a Cattinara effettuati 18 test con il kit: tutti negativi

Quattro hanno riguardato persone sottoposte alle analisi, tutte di origine cinese, perché provenienti da zone a rischio e con una lieve sintomatologia fra tosse e febbre: sono state controllate con gli appositi tamponi. Il test è stato svolto nello specifico su due persone residenti nella provincia di Trieste e due in quella di Udine.
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

TRIESTE Sono complessivamente 18, e tutti con esito negativo, i test effettuati finora in Friuli Venezia Giulia per il coronavirus con il kit in dotazione ai laboratori di Cattinara. Quattro hanno riguardato persone sottoposte alle analisi, tutte di origine cinese, perché provenienti da zone a rischio e con una lieve sintomatologia fra tosse e febbre: sono state controllate con gli appositi tamponi. Il test è stato svolto nello specifico su due persone residenti nella provincia di Trieste e due in quella di Udine.



Per massima precauzione sono state poi sottoposte al test anche altre 14 persone: si tratta di familiari dei quattro, che in ogni caso non presentavano alcuna sintomatologia. Di questi, quattro sono residenti in Friuli e dieci in provincia di Trieste.



Complessivamente, con gli ultimi quattro, sono quindi 14 i casi sospetti di coronavirus registrati fin qui in Friuli Venezia Giulia (le altre 14 persone sottoposte al test non rientrano nei casi di sospetto contagio ma la decisione di utilizzare il kit con loro è appunto figlia di motivi precauzionali), dieci sono stati analizzati direttamente all’ospedale Spallanzani di Roma, struttura capofila per l’emergenza a livello nazionale, mentre altri quattro appunto nei laboratori di Cattinara a partire dal 5 febbraio, data nella quale è stato completato il kit per effettuare il test a livello regionale, abbattendo così i tempi per avere gli esiti delle analisi. «È un lavoro che continua ogni giorno – spiega il vicepresidente della Regione Fvg Riccardo Riccardi –: siamo impegnati nei comitati operativi per affrontare i problemi e seguire l’organizzazione di un sistema complesso che deve garantire la sicurezza delle persone. Dobbiamo riconoscere come vincenti la scelta della gestione commissariale e la forte collaborazione con i servizi sanitari regionali».

Il governo a poche settimane dal primo allarme arrivato dalla Cina aveva infatti deciso di dichiarare l’emergenza, bloccando i voli diretti in ingresso e in uscita dall’Italia verso la repubblica popolare e nominando Angelo Borrelli, capo della Protezione civile nazionale, commissario straordinario. La scelta dell’esecutivo era stata dettata anche dalla scoperta del contagio della coppia di cittadini cinesi che si trovavano a Roma in vacanza dopo aver girato mezza Italia. Tutta la comitiva con cui avevano viaggiato, circa 20 persone, era stata messa in isolamento allo Spallanzani: non si era registrato alcun altro contagio.

«Al momento in Friuli Venezia Giulia – ricorda Riccardi – tutti i fenomeni hanno dato esito negativo e i nostri professionisti hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione. Li voglio ringraziare tutti anche per il grande lavoro di spiegazione del coronavirus che stiamo facendo, illustrando in decine e decine di incontri e convegni ciò che sappiamo, esponendo fatti con responsabilità, senza creare inutili allarmismi». —


 

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