Cormons rende omaggio a Massimiliano I

Una mostra dedicata all’imperatore asburgico a 500 anni dall’editto che esonerò per sei anni la comunità da qualsiasi imposta

CORMONS. L’11 febbraio 1518 l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, oltre a rinnovare gli statuti comunali a Cormons e alle ville dipendenti (Mariano, Chiopris, Medea e Medana), con diploma imperiale firmato ad Augusta esonerò per sei anni la comunità cormonese «da qualunque balzello, tassa od imposta»: una ricompensa per i sacrifici patiti dai cormonesi durante le guerre contro Venezia per il possesso del castello e anche per le carestie che colpirono il territorio in quegli anni.

Per celebrare i 500 anni di questo avvenimento, l’Amministrazione comunale ha organizzato una serie di iniziative. La prima di queste è la mostra “Massimiliano I (1518-2018)”, che sarà inaugurata oggi alle 18, nelle sale del Museo civico del territorio a Palazzo Locatelli.

Nella rassegna, curata dall’Associazione Cormonese Austria con la collaborazione di Tocs di Cormons, sarà esposta una ricca documentazione proveniente da archivi pubblici e collezioni private riguardante l’imperatore con immagini, stampe e carte geografiche d’epoca, gli originali dei diplomi imperiali, vari ritratti compreso uno originale eseguito da Albert Diirer, di cui Massimiliano fu grande ammiratore e anche mecenate, 23 tavole dei Trionfi, riproduzioni dell’Arco e del Carro trionfale, quattro xilografie di Burkman e Beck. Una documentazione che aiuterà a comprendere la personalità e l’opera di questo poliedrico imperatore che dominò l’Europa grazie anche una accorta politica matrimoniale. Massimiliano I fu definito “l’ultimo dei cavalieri” e non perché fin da ragazzo amante di tornei e giostre, ma bensì perché può essere a ragione definito un sovrano fra due diverse epoche, il Medioevo e l’Età moderna. Affascinavano i suoi modi da gran signore, e quell’attenersi a certi principi di lealtà e onore, di cui si cominciava a perdere l’uso, ma anche lo splendore della sua tavola, il fasto della sua corte, la bellezza delle opere d’arte di cui si circondava. È indubbio che Massimiliano rinnovò il torneo cavalleresco al quale era solito parteciparvi. Forte e agile, era il primo nei tornei e nelle giostre – si dice che ne vinse 64 – che ancora si usavano nelle corti europee e specialmente in quella di Borgogna, dove Massimiliano entrò a far parte quando sposò nel 1477 la duchessa Maria, figlia di Carlo I. E alla luce dell’esperienza maturata organizzò per la prima volta in Austria la cavalleria d’ordinanza, senza il cui fondamentale apporto la guerra contro i Turchi dei decenni successivi non sarebbe stata condotta con successo. Si può pure definire il “primo lanzichenecco” , perché istituì questa nuova fanteria, conferendo a essa un forte spirito di corpo e un’alta considerazione di sé. Non si deve dimenticare che egli stesso marciava con la lancia sulla spalla tra le file dei suoi fanti. Egli era un esperto uomo di guerra, che poteva vantarsi di aver condotto durante la sua vita ben 27 campagne militari. Massimiliano I fu un figura poliedrica perché si interessava non solo di guerra, ma anche di arte, cucina, letteratura. Scrisse alcuni trattati su vari argomenti, anche di cucina. D’altra parte è noto che all’imperatore piaceva mangiare e bere. Si faceva arrivare le botticelle di vino dal Collio e dalla zona del Vipacco dove già allora si produceva la ribolla. La mostra si potrà visitare fino al 13 maggio con i seguenti orari: venerdì dalle 16 alle 19; sabato, domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 12. 30 e dalle 16 alle 19: Chiuso il giorno di Pasquetta.

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