Cormons, entro il mese l’avvio del Cap

Dopo tanti rinvii il Centro assistenza primaria sarà una realtà: Il sindaco: ho avuto assicurazioni dall’Aas
Bumbaca Gorizia Ospedale di Cormons
Bumbaca Gorizia Ospedale di Cormons

CORMONS. «Stavolta ci siamo: i Cap apriranno finalmente i battenti entro fine marzo». Ad annunciarlo è il sindaco Luciano Patat, che ha ricevuto rassicurazioni in merito dai vertici dell'Azienda sanitaria.

Il Centro di assistenza primaria che sarà attivato nell'area dell'ex ospedale di Cormons è davvero prossimo all'apertura, rinviata più volte nell'ultimo anno e finalmente - a quanto pare - sarà una realtà nel giro di pochi giorni. Tutti gli intoppi burocratici sembrano dunque essere stati risolti. «La struttura avrebbe dovuto iniziare il servizio già in questi primi giorni di marzo, ma ci sono stati dei problemi tecnici che hanno costretto al rinvio di qualche settimana - sottolinea Patat -. Ho chiesto lumi in merito proprio l'altro giorno all'Aas e ho avuto rassicurazioni: il servizio partirà davvero a strettissimo giro di posta, entro fine marzo.

Sul territorio garantirà la presenza medica per 12 ore al giorno: 8 grazie all'operato dei medici di base, altre 4 con guardia medica. È sicuramente un'opportunità in più che viene data al cittadino, e ci teniamo molto come amministrazione comunale affinché parta: i Cap e la loro funzionalità sono uno dei motivi principali per cui ho votato a favore della riforma della sanità locale nell'assemblea dei sindaci».

«É chiaro - aggiunge Patat - che è una novità importante che si spera possa portare benefici all'utenza. Certo, non possiamo pretendere che tutto funzionerà in maniera idilliaca sin dall'inizio: come tutte le novità avrà bisogno di un periodo di rodaggio, ma crediamo possa davvero rappresentare un'opportunità nuova per le tante persone che possono aver bisogno di un'assistenza medica sul territorio».

Non è stato certo facile il parto di questi Cap: se ne iniziò a parlare nell'estate del 2015, ossia quasi due anni fa. Da allora sono stati molti gli aspetti da chiarire per portare il progetto dalla teoria (la riforma sanitaria regionale firmata Serracchiani-Telesca) alla pratica. La categoria dei medici di base ha preteso chiarimenti specifici per poter fornire il miglior servizio possibile all'utenza.

Ne è nato così un dibattito serrato, che ha richiesto l'allungamento delle tempistiche con cui si è portata a compimento l'opera superando ogni ostacolo tecnico.

Più volte il via al progetto è stato rinviato: questa, però, sembra essere la volta buona davvero. I Centri di assistenza primaria nel progetto originario regionale sono un'entità in cui si integreranno medici e personali dei distretti per garantire prelievi, diagnosi, ambulatori, visite. «Il progetto - spiegava agli albori del progetto nell'agosto 2015 l'allora Ass n.2 - prevede uno sviluppo progressivo che consenta, utilizzando risorse interne, in una fase iniziale, di collocare la Medicina generale, il Dipartimento di Prevenzione cui progressivamente aggiungere, come previsto dalla norma, altre possibilità di offerta sanitaria quali un point of care.

Al momento attuale, non sono previsti investimenti strutturali in quanto gli edifici sono già disponibili».

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